Nell’arco di una settimana un gruppo tecnico, coordinato dalla Regione, metterà a punto un programma di interventi da realizzare a breve, nel medio e nel lungo periodo per rafforzare i servizi agli studenti dell’Università degli studi della Basilicata. E’ la proposta avanzata dal presidente della Regione, Vito De Filippo, e approvata oggi dalla Conferenza Regione – Università a cui hanno partecipato i rappresentanti dell’Università degli studi della Basilicata, dell’Ardsu, dell’Anci, dei comuni di Matera e Potenza e del Dipartimento regionale alla Formazione.
“Il tema del diritto allo studio – ha detto De Filippo – è di grande interesse per la politica e per le istituzioni lucane. E se la Conferenza Regione – Università, istituita dalla Legge regionale 11 del ’97, si è riunita poche volte è perchè la Regione Basilicata, attraverso serrate interlocuzioni bilaterali, in questi anni è stata fortemente impegnata ad assicurare le infrastrutture più importanti, a mantenere ed ampliare i corsi di laurea e, soprattutto, a garantire la stessa esistenza della prestigiosa istituzione didattica nei due poli di Potenza e Matera. E’ evidente che, oggi più che mai, il diritto allo studio deve tornare al centro dell’agenda politica e istituzionale mettendo nelle condizioni gli enti preposti a operare in maniera snella e competitiva non solo attraverso risorse finanziarie, ma anche immaginando di rivedere l’assetto normativo”.
Nel corso della riunione il presidente della Regione ha illustrato i dati finanziari riguardanti le risorse assegnate all’Ardsu sottolineando come negli anni, nonostante i pesanti tagli del Governo nazionale sul diritto allo studio, la Regione Basilicata abbia sempre confermato il suoi impegni economici passati da 2 milioni e 200 mila euro del 2005 a 2 milioni e 300 mila nell’ultima finanziaria per il 2010. “Sul diritto allo studio – ha concluso De Filippo – occorrerà lavorare in termini di sistema in modo da assicurare agli studenti un’ampia gamma di servizi di qualità, e all’Università un appeal in più per attirare nuovi studenti da altre regioni. In questo contesto gli enti locali, a partire da comuni e province, dovranno svolgere un ruolo di rilievo e partecipare attivamente al sistema per renderlo più efficiente e per rispondere in modo più adeguato ai bisogni degli studenti. Da qui la necessità di mettere in piedi fin da ora un gruppo tecnico che individui le azioni da fare subito, anche prima dello scioglimento del Consiglio regionale. La Regione, dal suo canto, individuerà rapidamente gli strumenti normativi e finanziari per realizzarle”.