(ACR) SINGETTA (API): LA NECESSITA’ DI CAMBIARE

“La necessità di cambiare l’atteggiamento della Politica nei confronti dei cittadini è divenuta un’esigenza ineludibile, che deve coniugarsi ad atti concreti che diano il segno di un’azione amministrativa in grado di interpretare i bisogni e le aspirazioni dei lucani e di fornire risposte precise ai tanti problemi che assillano la nostra Regione”. E’ la ferma convinzione del consigliere regionale di Alleanza per l’Italia, Alessandro Singetta.

“Al di là delle sterili rivendicazioni di chi cerca ‘un posto al sole’ e pretende ‘compensazioni’ di tutti i tipi, il voto del 28-29 marzo ha segnato un importante elemento di svolta che deve aprire, anche secondo le parole del presidente De Filippo, una nuova stagione politica. Fatta di rigore, metodo, competenza, meritocrazia, rispetto delle regole. Mi auguro – afferma Singetta – che le parole del governatore ‘non ci possono essere sprechi da combattere e quelli sui quali chiudere un occhio o gruppi sociali che hanno sempre ragione ed altri che hanno sempre torto’ possano davvero tracciare il solco di una legislatura in grado di rilanciare l’economia, creando nuove opportunità a beneficio dei più meritevoli, favorendo la crescita della nostra regione, che deve puntare, in particolare, sulle energie rinnovabili, le nuove tecnologie, le risorse primarie (petrolio, acqua, ambiente) del territorio. La Basilicata deve raccogliere la sfida di una globalizzazione che interessa tutti i settori e tutti gli ambiti di attività, attraverso la rinegoziazione delle intese sottoscritte con le società estrattrici di idrocarburi oltre 10 anni fa ed un uso diverso dei proventi. Deve ribadire senza incertezze che l’acqua, bene primario, ha natura pubblica, origine pubblica e tale deve rimanere. La tutela dell’ambiente – sostiene il consigliere – non deve mirare solo alla protezione delle risorse naturali, ma al contemperamento di tali esigenze con l’innalzamento del benessere dei cittadini”.

“Sta tornando con forza alla ribalta, inoltre, la nuova questione morale, diversa da quella che travolse i partiti della Prima Repubblica, perché non si traduce, se non in alcuni casi, anche nella violazione di norme del codice penale. Invece, è possibile rinvenirla nelle moltiplicazioni degli incarichi e dei posti, nelle lottizzazioni a tutti i livelli, nella gestione personale e familiare di incarichi in enti pubblici, società collegate, controllate o partecipate. E’ evidente – secondo Singetta – il distacco ed il disinteresse per una politica che non riesce più ad accendere entusiasmi, a motivare impegno, lavoro ed intelligenze verso obiettivi comuni. Purtroppo, spesso, la politica si è tramutata in pratica stantia, che si nutre con la raccomandazione, esercita l’arroganza di chi non ha idee, pratica l’aggressione delle mediocrità, si aggrega negli interessi corporativi ed in silenzi conniventi. In un momento di crisi, grave e non breve – prosegue Singetta – come quello che stiamo attraversando, in cui il Governo nazionale si appresta a varare una non condivisibile manovra finanziaria (che colpisce solo i dipendenti pubblici e non certo i lavoratori autonomi con alto reddito o patrimonio considerevole), ho ritenuto di presentare una interrogazione volta a ridurre i costi della politica, partendo dalle indennità degli amministratori, senza tralasciare alcuni settori (quali le Spa, a totale o prevalente partecipazione pubblica) che con scelte interpretative non sempre condivisibili hanno spesso eluso le normative vigenti in materia anche di riduzione delle indennità. Ritengo – conclude – che sia un segnale importante che la politica deve trasmettere per consolidare elementi effettivi di novità che non siano il paravento dietro cui celare vecchi schemi comportamentali”.

    Condividi l'articolo su: