“Mentre il Governo di centrodestra porta a termine il suo duplice, peggiore capolavoro reazionario approvando ‘regolamenti’ di controriforma della scuola secondaria superiore grazie ai quali milioni di ragazzi saranno esclusi dalla scuola e approvando un emendamento al ddl sul lavoro collegato alla Finanziaria, secondo cui si può assolvere all’obbligo di istruzione lavorando nell’apprendistato, anticipando l’età lavorativa dagli attuali 16 ai 15 anni di età, la manovra portata avanti dalla Giunta regionale per garantire la continuità di lavoro a circa 800 precari della scuola è la migliore prova che anche per l’istruzione c’è un’altra politica”. E’ quanto affermato del capogruppo del Pdci in Consiglio regionale, Giacomo Nardiello.
Nel sottolineare che “sempre la destra di governo ha tagliato 8 miliardi, 150.000 insegnati, 5000 classi, le risorse minime per funzionare alla scuola italiana”, l’esponente del Pdci aggiunge che “invece, il modello perseguito dalla Regione Basilicata attraverso le linee di intervento per la qualificazione e il rafforzamento dell’offerta formativa scolastica riesce a ‘tamponare’ l’attacco mosso dai ministri Gelmini e Tremonti attuando azioni efficaci per i precari, il personale di ruolo e gli studenti. Il ‘credo’ della destra si conferma nella sua tragica nitidezza: nell’epoca dell’economia della conoscenza la scuola non serve; l’attuale 25 per cento di diciottenni del nostro Paese senza un diploma non basta; bisogna creare intere nuove generazioni di ignoranti”.
“Chi non studia non lavora, e la destra – continua Nardiello – con le sue scelte priva le giovani generazioni del futuro, negando loro l’istruzione oggi, le capacità e le competenze per accedere ad un lavoro qualificato e ai diritti di cittadinanza domani. Vogliono portare indietro la storia di cento anni, quando l’istruzione non era un diritto ma un privilegio di minoranze ricche, acculturate, già privilegiate. Vogliono sovvertire la Costituzione italiana che nel diritto e nell’obbligo di istruzione individua la fondamentale garanzia democratica, di mobilità, di emancipazione, di giustizia sociale. Nessuno può fingere di non vedere o sottovalutare la portata di una svolta reazionaria che non ha precedenti nella storia d’Italia”.
“Tutte le forze democratiche – dice il capogruppo Pdci – devono mettere immediatamente in campo ogni loro capacità culturale, di mobilitazione sociale, di lotta politica per impedire che si realizzi questo scempio della società e della democrazia costituzionale, per chiedere più e migliore istruzione per tutti, per elevare, non per abbassare l’obbligo scolastico, attribuendo alle famiglie forti sostegni economici perché possano mandare i loro figli a scuola almeno fino a 18 anni. E’ necessario, inoltre, stanziare grandi risorse per attuare atti riformatori che consentano alla nostra scuola di accogliere tutti i nostri giovani almeno fino a 18 anni, di fornire loro istruzione, sapere critico, conoscenze, competenze, abilità che formino il cittadino attivo e protagonista, il lavoratore di questa nostra società. Su questo si basa il futuro delle giovani generazioni e di tutto il Paese”.