Il vicepresidente della IV Commissione consiliare permanente, “Politica Sociale”, Sergio Lapenna, ha riferito che “nella seduta odierna vi è stata l’audizione dell’Assessore alla Formazione della Provincia di Potenza e dei segretari regionali della Cgil, Cisl e Uil in merito alla situazione del personale precario dell’Apofil”.
“Quale esito dell’audizione – dice Lapenna – è emerso il totale fallimento della legge regionale n. 33 del 2003 in materia di riordino del sistema formativo integrato. In particolare, la legge ha previsto l’istituzione delle Agenzie provinciali per la formazione professionale, l’orientamento e l’impiego, come enti strumentali delle Province di Potenza e Matera. La Regione – precisa Lapenna – avrebbe dovuto assicurare alle Province, mediante stanziamenti determinati annualmente in sede di approvazione del Bilancio, i trasferimenti delle risorse necessarie per il funzionamento delle Agenzie. Ma il massimo Ente territoriale non assegna in tempo utile i fondi previsti o trasferisce solo le risorse provenienti dal Fondo Sociale Europeo, costringendo le Province a cospicue anticipazioni finanziarie per pagare il personale provinciale e quello assegnato agli Enti di formazione. In tal modo – aggiunge – si utilizzano i fondi europei in gran parte per pagare il personale. Questa consuetudine si protrae già da molti anni, provocando gravi disagi, soprattutto per il personale precario che da lungo tempo presta la propria attività di docenza, di orientamento e anche di amministrazione, data la costante carenza strutturale di dipendenti, conseguente ai limiti posti dalla legge regionale n.33 del 2003”.
“La Regione attualmente – sottolinea Lapenna – non ha ancora trasferito l’annualità del 2009 per un importo di 11 milioni di euro, continuando, nonostante il dettato normativo, a monopolizzare le risorse e a tenere ‘in ostaggio’ gli stessi lavoratori precari. La ratio della legge – conclude Lapenna – era quella di delegare l’attività formativa, per il tramite delle Province, alle Agenzie speciali, ma il ritardo perpetrato dalla Regione Basilicata nel trasferimento dei fondi necessari, blocca il sistema e non garantisce il funzionamento efficiente dell’attività formativa a discapito dei lavoratori che non vengono tutelati nella loro dignità e nei loro diritti”.