(ACR) OGR MELFI, ROMANIELLO: SOSTEGNO A SINDACATI E LAVORATORI

“L'allarme lanciato dai sindacati confederali dei lavoratori del comparto trasporti sulla minacciata chiusura dello stabilimento di Melfi delle Officine Grandi Riparazioni, realizzato e gestito dalle Ferrovie dello Stato (oggi Trenitalia) è doppiamente penalizzante: da una parte, a rischio sono un'ottantina di posti di lavoro, dall'altra, è strumentale ed irricevibile la motivazione aziendale (attesa da conferme ufficiali) secondo cui nello stabilimento melfese non sarebbero stati raggiunti gli obiettivi produttivi scaricando responsabilità sugli operai”. E' quanto sostiene il consigliere regionale Giannino Romaniello (Sel), annunciando un'iniziativa politico -istituzionale a sostegno di sindacati e lavoratori e in prosieguo a quella già avviata dall'assessore regionale alle Infrastrutture, Rosa Gentile, che – sottolinea il consigliere Sel – “ha fatto bene a contestare il comportamento di Trenitalia e sono certo continuerà ad occuparsi della vicenda”.

“Chi ha seguito direttamente e da vicino la storia dell’Ogr di Melfi in tutti questi anni – aggiunge – non può certamente nascondere la grande amarezza e la cocente delusione per impegni assunti negli anni dai vari manager dell'ex Ferrovie dello Stato, spesso a tavoli ministeriali, per il rafforzamento produttivo dell'unità produttiva e, quindi, l'accrescimento dell'occupazione. E' invece accaduto esattamente il contrario: si è voluto fortemente ridimensionare il ruolo dell'Ogr e con esso i livelli occupazionali, nonostante le alte professionalità acquisite dai lavoratori e le consistenti commesse nel comparto ferroviario. Lo stabilimento pertanto – a parere di Romaniello – ha tutte le carte in regola per un suo rilancio, sia pure attraverso interventi di adeguamento tecnologico, soprattutto, come propongono i sindacati, per svolgere tutte le attività di manutenzione del materiale a trazione diesel, vecchio e nuovo. Di qui la necessità di aprire un tavolo di trattativa con Trenitalia perchè faccia il punto dell'attuazione dei programmi produttivi e rilanci il proprio piano d’impresa. Una cosa è certa – conclude Romaniello – non tollereremo che a pagare scelte scellerate siano ancora una volta i lavoratori sui quali scaricare responsabilità di manager e dirigenti politici nazionali”.

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