(ACR) OCCUPAZIONE, MOLLICA: POLITICA AZIONE SOCIALE CON SINDACATO

Il presidente della Terza Commissione consiliare, Francesco Mollica, afferma che “le leggi ed i costumi su cui si fonda la società democratica si sono trasformati radicalmente nel tempo, soprattutto, nel poter scegliere liberamente l’ideologia di appartenenza nelle azioni cognitive e nell’attività politica. Oggi, molto spesso, ci dobbiamo adattare ad una diffusissima estraneità sullo sviluppo ed il cambiamento del quotidiano tanto che l’uomo si sente sempre più frenato nell’azione e frustrato nel condurre la propria esistenza seguendo i propri ideali. In questo scenario di incertezza, superficialità e disgregazione, colui che, oggi, è portatore di valori sani e tradizionali rischia di cadere in un penoso e duro conflitto con se stesso. E ci si chiede maggiormente continua Mollica – se è giusto fare ancora politica oppure no”.

“In tutte le Nazioni del mondo e anche da noi – è la riflessione di Mollica – la politica tradizionale, libera e democratica, sta vivendo un profondo avvilimento creando negli uomini sfiducia, disprezzo e persino indignazione. Tutto ciò accade perché la politica è nostra ‘contemporanea’ ed è fatta dagli uomini per gli uomini. Attualmente è difficile essere portatori di coerenza ideale se non si accetta di essere elastici nell’azione volgendo a nostro favore le condizioni ed i meccanismi imposti dalla cruda realtà. Per restare uomini liberi, con i propri ideali tradizionali, sottraendosi dalle regole del gioco, ci si deve assegnare obiettivi giustificati da valori riconoscibili e contemporanei alla realtà che stiamo vivendo. Per fare questo non serve andare contro la strumentalizzazione dei mass-media, criticare la superficialità generalizzata con cui si educano i figli, si vivono i rapporti familiari ed amicali, non accettare la dilagante crisi economica. Non si deve sottovalutare il fatto che ampie fasce sociali stanno perdendo ‘peso’, valore e potere, non solo in tutto il mondo, ma anche in Basilicata. Sta comparendo larvatamente una società sempre più povera costituita da pensionati, manodopera non qualificata, giovani disoccupati senza un solido aiuto economico familiare alle spalle. A ciò si aggiungono il dissesto della finanza pubblica e la disponibilità sul mercato di lavoratori con titoli di studio che, pur di campare, si accontentano di salari bassi senza avere prospettive di crescita sociale ed economica”.

“Manca – aggiunge Mollica – il desiderio di emergere da parte di una diffusa fascia sociale, anche perché la politica del sindacato confederale peggiora sempre più: un tempo il sindacato confederale agiva con sfrontata ed illuminata demagogia, divenendo stimolo e risorsa per i lavoratori, oggi mercifica la dignità degli inoccupati e disoccupati in cambio del potere politico. Questa mentalità sbagliata, alimentata dalle cariche pubbliche appetibili e ben remunerate, ha spinto le classi dirigenziali dei sindacati confederati a gestire il dissenso dei lavoratori spingendoli a non volersi costruire una solida carriera. Oggi la politica ed il sindacato spingono il libero cittadino all’impotenza dell’agire con idee e valori, portandoli solo ad inutili azioni di forza senza suscitare in loro emozioni e senza favorire la formazione delle coscienze a seguire un’ideologia. Mi auguro che i partiti politici ed i sindacati della Basilicata non tacciano di illegalità o illegittimità ogni iniziativa nata fuori dal proprio ambito, ma che favoriscano solo quelle azioni tese allo sviluppo ed al progresso del tessuto sociale locale. In quest’ottica, io ed il mio partito ci adopereremo per condurre un’analisi costante e capillare dell’evolversi del contesto sociale, economico e produttivo lucani con il fine ultimo di dare vita a strategie concrete di tutela degli interessi dei lavoratori coinvolgendoli come parte attiva in un cammino verso lo sviluppo”.

“In tal caso – conclude Mollica – il sindacato confederale dovrà essere un interlocutore partecipe delle forze politiche ed economiche, nonché portatore di interessi generali ispirati alla solidarietà e coesione sociali. Solo così il sindacato diverrà davvero stimolo per le forze politiche portandole ad una gestione della cosa pubblica più snella e scevra dalle pastoie burocratiche”.

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