In merito all’articolo del “Quotidiano” pubblicato oggi con il titolo “Solo un buco nell’acqua”, il consigliere regionale Michele Napoli (An-Pdl) ha detto in una nota: “ricordiamo che la classificazione delle acque avviene secondo una tabella ministeriale che le distingue, a seconda della loro purezza, in A1- A2 – A3. Sempre secondo questa tabella un’acqua classificata A2 è, secondo i parametri stabiliti dalla legge, un’acqua potabilizzabile nel senso che contiene al suo interno elementi che non consentono l’uso diretto, ma necessitano del processo di potabilizzazione”.
“La stragrande maggioranza delle acque oggi – sottolinea Napoli – trattate rientra chiaramente nella categoria A2 e, non avremmo mai potuto sostenere di poter utilizzare direttamente l’acqua degli invasi senza che questa venga potabilizzata. Il punto è che anche in questo caso si tenta di confondere le idee, offendendo il nostro ruolo istituzionale con affermazioni che nulla hanno a che vedere con quello da noi dichiarato. Le critiche mosse all’Arpab ed alla situazione di caos generata per una incapacità, da parte dello stesso ente, di leggere quei dati relativi alle analisi delle acque degli invasi lucani, avrebbe richiesto una presa di posizione seria, cosa che puntualmente non è stata fatta. Teniamo a precisare nuovamente che, la presenza di alcune sostanze, come il Bario, rilevate dall’Arpab nelle acque superficiali degli invasi lucani, anche se in concentrazione tale da rientrare perfettamente nei parametri di legge stabiliti per un’acqua classificata A2 e, quindi, potabilizzabile, pone il problema, assolutamente trascurato, sulla causa che, comunque, ha determinato la presenza, anche se in concentrazioni ‘legali’, di tali sostanze inquinanti. Proprio a tutela dell’ambiente – conclude Napoli – e della salute dei cittadini, ignorare il problema rappresenterebbe una colpa gravissima atteso che, gravissime responsabilità già pesano per quanto concerne la crisi dei rifiuti che ha interessato e interessa ancora la nostra regione”.