“Dopo il plauso di tutte le componenti politiche nazionali al saluto del presidente della Repubblica, che ha invitato tutti alla moderazione, si è alzata la sola voce di dissenso dell’onorevole Di Pietro, oggi amplificata dall’europarlamentare onorevole De Magistris, che fornendo il foglio di via a Berlusconi, ha contribuito ad acuire i toni non certo morbidi della discussione pre – elettorale”.
E’ quanto dichiara il consigliere regionale Francesco Mollica (gruppo misto – Fdc), il quale sottolinea che “mentre si definiscono le liste elettorali i ‘parolai’ dimenticano che per tutto quello che vorrebbero fare e che dicono sarebbe opportuno riflettere valutando ciò che ne può seguire. In quest’ottica il senatore Belisario, portavoce di Di Pietro, chiede interventi urgenti affinché si possano mettere ‘a frutto tutte le risorse della Regione’ accusando il centro-sinistra ‘di voler costruire ibride coalizioni fantapolitiche invece di esporre programmi chiari di sostegno per le fasce più deboli della popolazione dimenticando di dare nuovo impulso all’industria rinegoziando gli accordi sull’estrazione del petrolio lucano’. Dimentica, però – prosegue il consigliere Mollica – che esistono precisi obblighi da rispettare per entrambe le parti e che già, a suo tempo, per lo stesso accordo egli non trovò nulla da dire, smentendo quanto De Filippo ha dichiarato nella conferenza stampa di fine anno sul tutto va bene. Che questo avvenga oggi che siamo alla vigilia della nuova campagna elettorale è scontato: ciò che rattrista è la conferma di questi uomini che sono fedeli al detto: critica il poeta e non la poesia”.
“La scelta del candidato del Pd non va commentata – aggiunge ancora Mollica – Il candidato del Pdl, invece, riveste grandissima importanza; infatti l’unico collante capace di riavvicinare alla politica l’elettore sono i programmi che attraverso un moderato confronto di idee e valori contrapposti non devono naufragare nella demagogia. In quest’ottica con la legge elettorale vigente dove si è accentuato il carattere decisionale delle segreterie dei partiti, un uomo solo, principalmente, deve riuscire a sovvertire la competizione e a far pendere il piatto della bilancia; non dimenticando, tuttavia, che il politico è si eletto dal popolo, ma da questo non viene scelto. Il soggetto prescelto deve essere in grado di esprimere e rappresentare i voti necessari affinché avvenga un cambiamento in Basilicata; ma ad oggi non vi è nessuna disponibilità ad esporsi in prima persona da parte dei rappresentanti nazionali di partito, i quali perlomeno sulla carta dovrebbero godere delle maggiori chance”.
“E’ indispensabile ricorrere ad un uomo di sicuro affidamento – conclude Mollica – che goda di grande visibilità sperando di coagulare su di se l’opinione pubblica. L’antidoto al danno prodotto dalla degenerazione politica è il rinnovamento della classe politica attraverso le nuove generazioni e uomini capaci. Bisogna scegliere, infatti, figure motivate a realizzare ciò che la gente chiede dimenticando quei politici che non hanno la forza per rinnovarsi e confrontarsi con le numerose problematiche della società di oggi. Per anni il voto è stato sinonimo di ‘dare e avere’, e le ideologie sono state sostituite dalle regole del mercato imposte dalle lobby. Ma oggi che l’elettore non è asservito e sa come votare e cosa fare, deve allontanarsi dalle cariatidi della politica”.