(ACR) MAZZEO: ELIMINARE GLI SPRECHI SENZA COLPIRE GLI AMMALATI

“Credo che si debba rispondere in modo diverso ai cittadini che ci chiedono un’assistenza adeguata ai propri bisogni – afferma il presidente del gruppo consiliare di Idv, Enrico Mazzeo Cicchetti – non solo dal punto di vista sanitario, ma anche personale familiare ed economico. Nessun ricorso al singolo ‘favore’, ma la realizzazione di un percorso, ben organizzato, uguale per tutti, come frutto di un sistema assistenziale ben funzionante. Se si vuole poi entrare in merito alla manovra economica regionale – sottolinea Mazzeo – che mira a riequilibrare la spesa sanitaria, onde evitare di uscire fuori dal patto di stabilità, proponiamo alcune considerazioni. I tagli sono necessari considerato che l'ipotesi più negativa sarebbe, senz’altro, quella del commissariamento delle aziende sanitarie ed ospedaliera. Tuttavia, gli atti consumati fino ad oggi e le indiscrezioni degli ultimi giorni, destano giustificati allarmismi sulla tenuta del Sistema sanitario regionale. Il blocco del turn – over del personale, che verrà consentito solo nella misura del 20 per cento e previa autorizzazione regionale, in mancanza di scelte strategiche, in particolare delle due aziende sanitarie e dell'azienda ospedaliera S. Carlo di Potenza, rischia di determinare gravi carenze nei settori più delicati della sanità. E' sempre più urgente – a giudizio del consigliere di Idv – che il Sistema sanitario regionale si riorganizzi sulla base dell'efficienza e della sostenibilità delle strutture e delle singole unità operative, evitando di sguarnirne i settori più delicati e strategici. In pratica si rischia che le Unità operative più attive in termini di erogazione di servizi, paghino il prezzo più alto e subiscano un significativo arretramento, in termini di qualità e di quantità delle prestazioni erogate. Le stesse scelte imposte ai Direttori generali, in termini di efficienza ed appropriatezza delle prestazioni, stanno colpendo principalmente le fasce più deboli della nostra società. Imporre, per esempio, che per alcune patologie bisogna ricorrere al day – hospital penalizza, in alcuni casi, persone gravemente malate, prive di sostegno sociale e familiare e per le quali diviene preferibile emigrare presso altre strutture, fuori regione, per assicurarsi le stesse prestazioni in regime di ricovero”.

“Iniziare a risparmiare partendo da questi utenti, lasciando intatti settori poco efficienti, è certamente censurabile. Ed è' ancora più discutibile – afferma Mazzeo – in mancanza di una rete di protezione territoriale, data l'assoluta carenza di servizi di assistenza nella maggior parte dei nostri Comuni. Nei nostri paesi è difficile ricorrere perfino a terapie endovenose o posizionamento di cateteri vescicali come si può pensare – è l’interrogativo del consigliere – che non si faccia ricorso a ricoveri impropri per queste persone prive di ogni sostegno? Bisognerebbe costruire una rete sanitaria sul territorio spostando risorse da alcune strutture ospedaliere non più sostenibili. Per non parlare, poi – aggiunge Mazzeo – di come si possa digerire il sacrificio, quando nessun taglio viene effettuato verso la sanità privata. Basti pensare a come la nostra Regione, negli anni scorsi, abbia deciso di rafforzare i Lea, i Livelli essenziali di assistenza, previsti dal governo per la fisiocinesiterapia, determinando un notevole aggravio di costi per le nostre aziende sanitarie a vantaggio delle strutture private. Oggi, a fronte di consistenti tagli, dovrebbe essere previsto un ridimensionamento di queste provvigioni ai privati a vantaggio delle esigenze dei malati gravi. Esistono, come tutti noi ben sappiamo, situazioni di sprechi, di doppioni ed inefficienze che possono essere facilmente eliminati se c’è una reale volontà politica comune. La crisi – conclude Mazzeo – sta facendo emergere, in maniera più marcata, i limiti e le contraddizioni del nostro sistema assistenziale regionale. Spetta a noi fare scelte responsabili, coraggiose e ponderate per apportare le dovute correzioni, salvaguardando, però, i bisogni della parte più esposta, di cui fanno parte, anche, gli ammalati oncologici”.

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