“I programmi di nuova industrializzazione che saranno attuati nelle aree di Matera, Valbasento e Viggiano, attraverso i tre specifici Bandi regionali presentati domenica scorsa, rischiano di ripetere esperienze passate risultate negative sul piano dello sviluppo imprenditoriale e dell’occupazione se non si comprenderà prima su quali fattori costruire la competitività dei sistemi organizzativi e territoriali nel nuovo scenario economico, non solo internazionale ma che attende nei prossimi anni anche la Basilicata”. E’ il commento del consigliere regionale Franco Mattia (Pdl), sottolineando che “la preoccupazione principale non dovrebbe essere quella di spendere comunque 80 milioni di euro nelle tre aree industriali individuate come prioritarie (nonostante non siano le uniche della regione) e magari risorse finanziarie aggiuntive, quanto piuttosto in quale visione di sviluppo, riuscendo ad immaginare cosa e come sarà la Basilicata tra una decina di anni, vale a dire qual è il modello di sviluppo che si vuole realizzare. Le cocenti delusioni del passato, dalla scelta della chimica in Valbasento agli otto nuclei industriali del dopo terremoto 1980, dai poli industriali in aree prive di infrastrutture e di collegamenti viari e di trasporto, al finanziamento di comparti industriali in crisi, dovrebbero, dunque, servire da lezione perché oggi più di ieri è semplicemente impensabile perseguire ipotesi di uno sviluppo industriale qualsiasi”.
“La Basilicata – a parere di Mattia – dovrebbe puntare, innanzitutto, sui fattori di sviluppo legati al territorio, l'acqua, il petrolio, il patrimonio paesaggistico, ambientale, culturale, artistico, e sulle produzioni alimentari e tipiche di qualità, oltre che sulla valorizzazione del capitale intellettuale del territorio lucano, realizzando un sistema virtuoso di reti tra piccole e medie imprese che rappresentano l’ossatura dell’imprenditoria regionale. In questo contesto – conclude Mattia – vanno fatte scelte di alta specializzazione produttiva attraverso il modello dei Distretti di produzione che si sono rilevati gli unici in grado di reggere la crisi internazionale e l’agguerrita competitività mondiale. Per fare tutto ciò, inoltre, c’è bisogno non solo di agevolazioni finanziarie ma anche e soprattutto di strumenti adeguati di assistenza tecnica, specie ai giovani per incoraggiarli nell’autoimprenditoria e di misure di credito”.