(ACR) MATTIA: AI GIOVANI RISPOSTE CONCRETE PER OCCUPAZIONE

“Il grande limite dell’iniziativa ‘Shell Inventa GIOVANI’, che si presenta oggi all’Università degli Studi della Basilicata, è che non prevede contributi finanziari, ma solo servizi di assistenza tecnica ai giovani che vorrebbero avviare un’impresa. Tenuto conto che in regione tra Sportello Spring (Patto per i Giovani), azioni di Sviluppo Italia Basilicata e della sede regionale di Italia Lavoro, sportelli delle Cciaa di Potenza e Matera, consulenze dei Servizi per l’Impiego, portale Borsa Lavoro Basilicata, Apof-Il e Ageforma, non mancano strumenti di assistenza, è evidente la delusione per un programma che avrebbe dovuto innescare invece nuove azioni per superare gli ostacoli principali per le nuove generazioni che intendono realizzare percorsi di autoimprenditoria”. A sostenerlo è il consigliere regionale Franco Mattia (Fi-Pdl).

“Solo ieri nell’assemblea dei giovani imprenditori agricoli della Cia si denunciava – continua Mattia – che il costo medio della terra da noi tocca quota 17 mila euro ad ettaro, creando sempre più improbabile il ricambio generazionale di cui c’è, invece, assoluto bisogno in agricoltura. E’ la testimonianza che l’imprenditoria giovanile necessita di aiuti economici ed agevolazioni finanziarie e fiscali prima di tutto e non certamente di un cosiddetto ‘programma di investimento sociale e sviluppo sostenibile’ proposto dalla compagnia petrolifera evidentemente con l’atteggiamento, già conosciuto dall’esperienza di altre compagnie petrolifere, di chi punta ad incassare ingenti profitti dallo sfruttamento delle risorse petrolifere del Sauro per poi ‘ricordarsi’ dei giovani”.

“Il futuro delle nostre giovani generazioni – dice ancora Mattia – è un fattore decisivo per lo sviluppo sociale, civile, produttivo ed economico della Basilicata. Tanto più che all’indomani dell’approvazione da parte della Giunta regionale degli Avvisi Pubblici per i Tirocini Formativi si conferma da parte dell’esecutivo di Governo regionale la scelta di perseguire la solita strategia assistenziale e discrezionale-clientelare. La situazione non è più tollerabile: la Basilicata è terra di ‘cervelloni’, ma per loro non c’è lavoro. La regione ha il più alto tasso di scolarità secondaria (il 98 per cento di giovani fra i 14 e i 18, si sono iscritti, nello scorso anno, a un istituto superiore) e conta 28 laureati su cento persone di 25 anni (nel Sud la media è di 24, in Italia di 27). A conclusione del percorso di studi questi giovani sono costretti ad emigrare perché il tessuto produttivo lucano cerca, soprattutto, manodopera ed è ‘allergico’ a figure manageriali. E una volta diplomati – continua Mattia – i nostri ragazzi preferiscono essere attivi sul mercato del lavoro, anche con un impiego occasionale o part-time, piuttosto che dedicarsi esclusivamente all’Università. Ma, in Basilicata, si registrano i livelli più bassi di occupazione tra diplomati (35,6 per cento) e aumenta significativamente la percentuale di diplomati, a tre anni dal conseguimento del titolo, in cerca di lavoro: il 23,7 per cento. E i tirocini formativi, così come sono stati concepiti dalla Giunta regionale, non solo non danno alcuna risposta all’emergenza della disoccupazione giovanile, ma finiscono per alimentare attese ed aspettative dei diplomati e laureati lucani che avranno la ‘fortuna’ di essere tra i beneficiari del provvedimento, purtroppo destinati ad essere delusi”.

    Condividi l'articolo su: