La legge regionale del 26 gennaio 2010 sulla “Istituzione dell’Osservatorio scientifico regionale ‘Edward C. Banfield’ per la salvaguardia del patrimonio etno- antropologico della Basilicata” compie un passo fondamentale per la conoscenza e la diffusione delle sue finalità con la presentazione presso la Biblioteca Nazionale, in Via del Gallitello, a Potenza, sabato 13 febbraio, alle ore 16.30. Il programma prevede gli interventi di Franco Sabia, direttore della Biblioteca Nazionale, Gerardo Ferretti, presidente della Comunità montana Alto Basento, Antonio Vozzi, sindaco di Chiaromonte, il Comune dove l’Osservatorio ha trovato la sua sede naturale, Gaetano Fierro, promotore della legge regionale, Angelo Lucano Larotonda, docente universitario, Gianpiero Perri, direttore generale Apt e Giampaolo D’Andrea, docente universitario. Moderatore dei lavori il giornalista Rai, Rocco Brancati.
“La Regione Basilicata – dice il consigliere Fierro – in considerazione dell’alta valenza sociale ed economica che il suo territorio rappresenta, con il ricco patrimonio etnografico ed antropologico da salvaguardare, ha istituito l’Osservatorio Banfield con l’obiettivo primario di promuovere la ricerca e lo studio delle trasformazioni sociali ed economiche, osservate ed analizzate da studiosi europei ed americani. L’Osservatorio che è intitolato all’antropologo americano Edward G. Banfield per i riconoscimenti acquisiti sul campo – spiega Fierro – opera con il coordinamento del Dipartimento regionale alla Formazione e Cultura e in stretto raccordo con le istituzioni territoriali e scientifiche. I compiti dell’Osservatorio regionale – aggiunge – sono il recupero ed il monitoraggio costante delle esperienze sociali ed antropologiche avviate dai tanti studiosi stranieri che, compiendo il loro lavoro in diverse comunità della Basilicata, hanno fatto conoscere al mondo intero l’identità di una regione del mezzogiorno d’Italia, identità mai dispersa e conservata da una popolazione legata alle proprie tradizioni senza, tuttavia, precludersi la possibilità e l’opportunità di rapportarsi con l’esterno, anche ospitando chi ha deciso, a più riprese, di indagarne usi e costumi”.
“L’Osservatorio – conclude Fierro – dopo aver aggregato i dati scientifici a disposizione e operata una scelta basata sulla qualità delle fonti e sulla loro attendibilità, redige annualmente un documento sullo stato delle condizioni socio-culturali che viene inviato, anche, alla Giunta ed al Consiglio regionali. Ricerca applicata, quindi, unita alla valorizzazione ed alla diffusione di un patrimonio culturale che si arricchisce notevolmente con le prerogative di una comunità regionale da sempre deputata al contatto con la natura nell’ambito di una struttura sociale finalizzata al rispetto non solo dell’ambiente, ma anche del proprio modo di essere e di agire”.