(ACR) LAPENNA: APPROFONDIRE IL FENOMENO DEL BULLISMO

Il consigliere regionale del gruppo di Forza Italia verso il Pdl, Sergio Lapenna, ha partecipato ad un convegno sulla piaga sociale del bullismo che si è tenuto il 9 gennaio presso l’auditorium della scuola media di Genzano di Lucania.

“L’incontro – afferma Lapenna – organizzato dalla Commissione regionale pari opportunità e l’oratorio S. Filippo Neri di Genzano, ha rappresentato l’occasione per approfondire un tema che è all’ordine delle cronache medianiche quotidiane, mettendo in evidenza l’importanza della prevenzione e del presidio dei luoghi tradizionalmente frequentati dai giovani e deputati all’educazione come le scuole. Coloro che – continua Lapenna – lavorano a stretto contatto con i giovani, soprattutto gli insegnanti, si rendono conto delle difficoltà di insegnare a classi di adolescenti che cambiano in fretta e che sempre più spesso si disputano il potere nel gruppo attraverso la prevaricazione del più debole o del diverso”.

“Sul fenomeno – riferisce Lapenna – anche a livello nazionale, sono in atto una serie di esperienze di ricerca, prevenzione e contrasto al bullismo avviate in maniera autonoma. Invece, sarebbe opportuno partire da un punto comune sia a livello nazionale che regionale ,coinvolgendo gli operatori, gli insegnanti e i ricercatori che da tanti anni si occupano del fenomeno. Tutto ciò al fine di creare un team di lavoro per la valutazione e diffusione di quei progetti che hanno raggiunto gli obiettivi e hanno comportato risultati apprezzabili per essere poi riprodotti in altri contesti. La nota dolente – sottolinea Lapenna – è che, nonostante, l’ampia diffusione del fenomeno, l’Italia è tra i pochi Paesi europei a non avere una legge sulla prevenzione ed il contrasto del bullismo. E’ importante, invece, investire in questa direzione, non tanto per sanzionare il fenomeno, visto che in realtà quando si configurano aggressioni, minacce o violenze già vi sono le norme del codice penale, piuttosto quanto per intervenire nella fase preventiva ed educativa, ad esempio consentendo alle scuole di acquisire strategie di intervento per adoperarle quando se ne ravvisi la necessità. Infatti, spesso le scuole negano il fenomeno per tutelare l’immagine dell’istituto stesso. Intervenire in tale direzione significa prevedere indagini periodiche e approfondite sul bullismo nella scuola e sui modi in cui si realizza al fine di consentire l’utilizzazione di strumenti di rilevazione omogenei su tutto il territorio nazionale. L’auspicio – conclude Lapenna – è dunque quello di realizzare un piano di formazione e sensibilizzazione che coinvolga i soggetti interessati, quali insegnanti, genitori, operatori che possano acquisire le giuste competenze per lavorare con i ragazzi e cogliere già i primi segnali di disagio. Tutto ciò perché gli insegnanti, in particolare, non possono essere lasciati soli a gestire questo complesso problema, ma è indispensabile individuare forme di collaborazione tra professionalità diverse, in modo che accanto agli insegnanti possano essere presenti altre figure educative come valido riferimento sia per i ragazzi che per i genitori”.

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