“Con la relazione programmatica di questa IX legislatura, il presidente De Filippo ha descritto la situazione del momento e la storia di questi anni senza cedere né all’enfasi né alla sottovalutazione, con realismo e con atteggiamento propositivo”. E’ quanto ha affermato in apertura del suo intervento Gennaro Straziuso (Pd), il quale ha posto l’accento sul ruolo positivo svolto dalla Regione per arginare la crisi e rendere la Basilicata competitiva sul sistema innovativo caratterizzato da punti di forza nei settori di alta e medio – alta tecnologia; sul tessuto produttivo che pur con fattori di fragilità strutturale e dimensionale ha dimostrato di resistere alla crisi”. L’esponente del Pd si è poi soffermato sul sistema sanitario regionale sottolineando che “la Basilicata si è attestata tra le regioni virtuose (sono state ridotte le Asl, non abbiamo applicato ticket, né addizionali, né siamo ricorsi a sanzioni) ma sarebbe illusorio pensare che non ci sia molto lavoro da fare. Occorre puntare sugli ospedali tecnologicamente forti, adottare una attenta politica della redistribuzione delle risorse e potenziare le offerte”. Straziuso ha concluso il suo intervento parlando di energia, turismo, risorse minerarie, acqua, ambiente “potenzialità formidabili sulle quali il Governo regionale ha efficacemente lavorato nella passata legislatura”.
“Noi abbiamo le idee per aiutare la Basilicata a crescere e ad uscire dal tunnel nel quale si ritrova. Sta a voi metterci nelle condizioni di aiutarvi. Assumetevi le vostre responsabilità. Noi siamo disposti a collaborare, ma non a partire dall’impostazione della sua relazione. Se ci darà ascolto vedrà che il futuro della Basilicata sarà diverso da quello che lei ha immaginato”. Ha concluso così il suo intervento il consigliere regionale Mario Venezia (Pdl), che ha criticato la relazione del presidente De Filippo definendola “povera, lacunosa e debole se davvero si vuole dare uno sviluppo alla Basilicata”. Venezia ha citato i recenti dati di Bankitalia (“l’economia lucana è a picco”), definendo “discutibile” il pacchetto lavoro presentato dal governo regionale ed evidenziando “la poca attenzione” mostrata nella relazione programmatica nei confronti dell’agricoltura e del turismo. “Se queste sono le basi del confronto deve aspettarsi da noi una opposizione dura a prescindere”, ha aggiunto evidenziando la necessità di valorizzare le produzioni primarie agricole per lo sviluppo del settore agroalimentare e segnalando il caso dell’Arbea, “ente pagatore deputato, sulla carta, a ridurre i tempi dell’erogazione dei contributi, che in realtà ha reso impossibile e insostenibile la vita dei nostri agricoltori”. Venezia ha infine definito “interessante e meritevole di approfondimento” la proposta del quoziente familiare, ma ha criticato il sostegno all’Università, a suo parere “sempre più chiusa e contratta nell’ambito dei confini comunali”.
Il consigliere regionale Giannino Romaniello (Sel) ha apprezzato lo sforzo di analisi e la capacità di collocare nel quadro nazionale le scelte programmatiche per la Regione. “Un quadro incerto sul quale incombe una manovra finanziaria definita giustamente una ‘macelleria sociale’, un vero e proprio massacro per i soggetti più deboli e il mondo del lavoro”. Per il consigliere la “Basilicata può farcela se riesce a innescare processi di mutamento tra politica e economia, se punta su un’idea di sviluppo incentrato sulla coesione sociale e territoriale, se è pronta a ridefinire un nuovo modello di incentivi, con strumenti idonei a far si che il settore delle imprese medio – piccole faccia un salto di qualità”.
“Il lavoro prima di tutto, uno slogan efficace che deve essere tradotto in realtà – ha commentato Romaniello – chiudendo l’esperienza fallimentare del lavoro precario e di quello interinale, implementando le azioni di tutela e di sostegno, ridefinendo il modello degli incentivi”. “E’ giunto il momento – ha altresì dichiarato Romaniello – per inaugurare una nuova stagione di relazioni, stabili, codificate e vincolanti per tutti. La Basilicata – ha concluso – unitamente alla Puglia, può e deve rappresentare un altro Sud”.
Il consigliere di Alleanza per l’Italia, Alessandro Singetta, ha evidenziato che “l’obiettivo primario resta quello del lavoro, puntando sui giovani e sul ritorno di quanti sono stati costretti ad emigrare. Importante sostenere il ruolo di ‘Basilicata innovazione, così come fondamentale è una maggiore considerazione per l’Università della Basilicata affinché quest’ultima trovi le giuste sinergie con il mondo del lavoro. Istruzione, dunque, cultura e ricerca per eliminare ogni discrepanza e differenziazione con regioni più vicine all’Europa. Politica – ha aggiunto Singetta – come capacità di intercettare i bisogni, anche sposando appieno la linea del rigore. L’etica – a parere di Singetta – deve tornare ad avere un ruolo primario, al pari della questione morale e dell’anagrafe degli eletti per dare trasparenza all’azione di governo. I tagli ai costi della politica devono accompagnarsi all’utilizzo produttivo del risparmio e diviene improcrastinabile – ha proseguito Singetta – puntare sulle energie rinnovabili, dando il giusto rilievo all’azionariato diffuso per dare protagonismo ai cittadini: Un più esaustivo sostegno al marketing delle piccole imprese che utilizzano prodotti e materie del territorio e concessione dei terreni demaniali alle cooperative giovanili ed a quelle sociali – ha detto ancora Singetta – con la valorizzazione dell’Azienda agricola sperimentale pressoché inattiva, nonostante ben 143 ettari da rendere produttivi e da utilizzare per la ricerca”.
In apertura del suo intervento Antonio Autilio (Idv) cita il richiamo del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano a tutte le amministrazioni “perché diano prova di massima consapevolezza dei loro ruoli, accentuando l’impegno a semplificare le procedure e a razionalizzare le strutture, valorizzando al meglio le risorse disponibili, perché il Paese ha bisogno di una buona amministrazione sia centrale che territoriale”. Condividendo pienamente tale pensiero, il consigliere Autilio pone l’accento sulla burocrazia “vero centro di potere” invitandola a “cambiare rotta sui comportamenti assunti nel corso degli anni e a velocizzare pratiche e procedure che troppe volte, dopo essere state approvate dalla politica, si intoppano in pastoie burocratiche”. Autilio si è poi soffermato sulle riforme istituzionali che “dovranno caratterizzare la IX legislatura”, sulla gestione delle risorse naturali (petrolio, acqua, ambiente-beni culturali) per le quali “sono mature le condizioni per un salto di qualità”, sul mondo della scuola che “va tutelato e protetto” e sul tema della formazione. “E necessario – secondo Autilio – operare con la dovuta attenzione per consentire che i nostri giovani vengano istruiti e formati soprattutto per settori produttivi già esistenti nel nostro territorio ovvero per quelli che costituiscono obiettivi di sviluppo socio-economico previsti nella relazione programmatica”. In merito ai tirocini formativi Autilio ha poi sottolineato la bontà del principio ispiratore del Programma volto a “favorire lo scambio bidirezionale tra la Pubblica amministrazione e la società civile” e auspicato che la Giunta “voglia ritornare sui propri passi e riavviare le procedure anche ricorrendo ad eventuali modifiche ed integrazioni”.
“Dobbiamo inaugurare una nuova stagione del fare, che lasci da parte esitazioni o contrapposizioni meramente ideologiche per puntare dritto al cuore dei problemi che attanagliano la nostra regione. E’ il tempo della responsabilità che maggioranza e opposizione, ognuna per il proprio ruolo e per le proprie funzioni, devono perseguire, per il bene dei lucani”. Il consigliere regionale Roberto Falotico (Plb) ha concluso così il suo intervento sulla relazione programmatica, e subito dopo ha consegnato al presidente De Filippo un “Pacchetto di misure per lo sviluppo e l’occupazione” suddiviso in sette schede che riguardano la promozione e il sostegno alle reti di impresa, interventi a favore del ricambio generazionale nelle pmi, voucher per la valorizzazione del capitale umano, servizi avanzati per l’internazionalizzazione delle imprese, work experience, misure per i lavoratori colpiti dalle crisi aziendali. “Le battaglie di colore – ha affermato Falotico – oggi, lasciano il tempo che trovano. In questa fase ognuno deve farsi portatore di proposte per dare risposte efficaci nai problemi economici che sono sotto gli occhi di tutti. Non servono sterili contrapposizioni né letture dei dati economici ‘ad uso e consumo del manovratore’. E’ opportuno – ha detto ancora Falotico – ripiegarsi con tempestività sui problemi reali, studiando interventi di respiro ampio, scevri da semplici logiche distributive, focalizzati su ambiti e situazioni capaci di generare un effetto anticrisi”. Al presidente De Filippo, che aveva invocato una svolta culturale, Falotico risponde che “la svolta culturale attesa sta innanzitutto nelle istituzioni, e le prime risposte verranno innanzitutto dai comportamenti che ognuno di noi avrà, prima ancora che dagli annunci. Se tutto ciò si verificherà, avrò un atteggiamento costruttivo e la mia sarà un’azione di rigoroso controllo e proposta”.
La relazione programmatica del presidente De Filippo “ ha fotografato con estrema precisione la realtà regionale e nazionale ed ha tracciato, seppure per grandi linee, le direttive lungo le quali dovrà svilupparsi l'azione del governo regionale. Le proposte del presidente colgono il significato pieno di una nuova stagione politica e ci introducono in un progetto complessivo attorno al quale poter lavorare. Non ci sfugga, però, il fatto che imprese e cittadini sono stremati e che non sono più disponibili ad attendere i tempi, spesso non brevi, della politica”. Il consigliere regionale Giuseppe Dalessandro (Pd) ha espresso così il proprio giudizio sulla relazione programmatica, aggiungendo che nell’ultimo periodo “abbiamo potuto leggere gli effetti devastanti della crisi e toccare con mano le conseguenze che i lucani stanno pagando: aziende chiuse, imprenditori falliti, lavoratori in mobilità e un esercito interminabile di disoccupati sono gli effetti più evidenti di un fenomeno che ci riguarda tutti”. A parere di Dalessandro “il governo nazionale ha notevolmente contribuito a peggiorare la situazione, alimentando il precariato nella scuola e nella pubblica amministrazione, non finanziando le opere pubbliche e tagliando i trasferimenti a Regioni, Province e Comuni, che ora sono ostaggio dei vincoli dettati dal patto di stabilità”. “Questa legislatura dovrà necessariamente improntare l'azione politica alla creazione di posti di lavoro – ha detto ancora Dalessandro – le nuove politiche di sviluppo devono poter frenare lo spopolamento delle aree interne e valorizzare le risorse storiche, culturali, ambientali, architettoniche ed enogastronomiche che sono alla base delle politiche turistiche”.
Il consigliere Michele Napoli (Pdl), ha menzionato “i temi sui quali l’intera classe politica lucana si gioca la credibilità. Mi riferisco – ha detto – alla povertà crescente che ha ormai raggiunto limiti di guardia, all’invecchiamento della popolazione, cui si accompagna il fenomeno dell’emigrazione giovanile, alimentato dalla riduzione dell’occupazione che ha interessato non solo i lavoratori più giovani e dalla diminuzione dell’offerta di lavoro”. Napoli ha parlato, poi, in merito “al costo oltremodo elevato dei servizi ospedalieri, sul quale incide la maggior frequenza di ricoveri definiti come inappropriati ai quali non fa certo da contraltare una maggiore complessità delle prestazioni ed una migliore qualità dell’offerta. Per quanto concerne – ha continuato – il credito occorre rilevare che le azioni messe in campo non hanno sortito gli effetti sperati con relativo fallimento delle politiche attuate inficiando lo sviluppo possibile e quello che definisco le ‘precondizioni’ ovvero il gap infrastrutturale. L’esigenza che la regione avverte con forza – ha aggiunto Napoli – è l’affermarsi di una cultura e di una sensibilità politica nuove che non equivale solo al ricambio di uomini e donne nei posti di responsabilità come rimedio alla deriva oligarchico – gerontocratica della nostra democrazia”.
(continua)