“I dati diffusi dall'Istat sui trattamenti pensionistici nel 2008, che registrano in Basilicata e nel Mezzogiorno una situazione di forte squilibrio sociale, con quasi una pensione su due al di sotto dei 500 euro al mese, confermano che non c'è più spazio nel Paese per tagliare la spesa sociale come si appresterebbe a fare la manovra economica del Governo” . A sostenerlo è il vice presidente del Consiglio regionale Antonio Autilio (Idv), sottolineando che “a fianco dei Presidenti delle Regioni, fortemente impegnati a contrastare la manovra del ministro Tremonti, sono schierate le Assemblee elettive regionali che tra l'altro sarebbero messe nella condizione di non poter approvare più alcuna normativa di legge contenente spese ed investimenti, ma – evidenzia – sarebbero relegate ad un ruolo di pura rappresentanza”.
“Tra gli squilibri segnalati nel nostro sistema previdenziale – afferma Autilio – le donne vanno in pensione con un assegno molto inferiore rispetto a quello dei colleghi uomini (in media 17.137 euro contro 11.906, cioè il 30,5 per cento in meno); i redditi da pensione più alti in Italia sono quelli percepiti al Centro (15.686 euro), mentre per gli abitanti del Sud sono inferiori del 17,3 per cento (12.969 euro). Al Nord le prestazioni pensionistiche sono pari a 15.447 euro, mentre la media nazionale arriva a 14.719 euro. Si sfata, tra l'altro, un vecchio clichè che vorrebbe il Sud terra di pensionati e di assistiti. Nelle regioni settentrionali si concentra la maggior parte delle prestazioni pensionistiche (48 per cento), nelle regioni meridionali si rileva il 31,5 per cento delle pensioni erogate mentre le regioni centrali detengono quote inferiori, pari al 20,5 per cento in termini di numero di trattamenti. E' evidente che nella cornice dei tagli statali alle Regioni, per la Basilicata – dice Autilio – diventano ancora più rilevanti le misure annunciate dal presidente De Filippo con il Quoziente Basilicata ed il bonus famiglia che sono le risposte dirette alla scelta irresponsabile di riduzione della spesa sociale”.