“Chi ha vissuto la fase costituente della Regione ed oggi – per un singolare concorso di circostanze – è chiamato a vivere una stagione più matura della vita regionale, non potrebbe che definire il tempo che attraversiamo, un tempo difficile e controverso, come un tempo “sturziano”. La prospettiva federalista ci chiama ad un dovere e ad un impegno straordinario: riportare il movimento civile, autonomisico, popolare dentro il flusso virtuoso dell’unità regionale”. Lo ha detto il capogruppo del Pd, Vincenzo Viti, nel suo intervento nella seduta del Consiglio regionale dedicata alle celebrazioni per i 40 anni della Regione.
“Ciò esige che la politica torni al centro della scommessa civile – ha detto ancora Viti – non una metafora del malessere e del privilegio, ma il luogo nel quale vengono coltivate le virtù civiche, la generosità, finanche l’eroismo quotidiano dell’onestà e del servizio al bene comune. E’ questa la ragione per cui le Regioni non possono essere viste come i convitati di pietra di una secessione silenziosa e furbesca, quasi levantina, ma il principio ricostruttivo del Sud, dell’unità del Paese, 150 anni dopo”.
“Ecco perché il Mezzogiorno – ha concluso Viti – deve riconquistare una soggettività politica che superi le differenze, affermi la scelta regionale e la proponga al Nord: se optare per l’adesione al vagone di coda di un’Europa carolingia o alla motrice di testa di un’Europa euromediterranea, grande protagonista di una stagione di pace e di relazioni positive. Un contributo straordinario in questa direzione può venire da noi, con un soprassalto di impegno etico civile e vivendo il federalismo come una grande avventura unitaria che compia e non contraddica, la rivoluzione regionale quale si affacciò in Italia 40 anni fa”.