Il 29 dicembre 2014, il Centro Funzionale della Basilicata emetteva il primo “Bollettino di criticità per rischio idrogeologico e idraulico”, segnando un’importante tappa per la protezione civile regionale. Istituito con Decreto del Presidente della Giunta Regionale, il CFD è stato fondamentale nell’attuazione della “Direttiva 27 febbraio 2004” che ha dato vita al sistema di allertamento nazionale per il rischio idrogeologico e idraulico.
Nel corso degli ultimi dieci anni, il Centro Funzionale Decentrato della Basilicata ha giocato un ruolo cruciale nella previsione, monitoraggio e sorveglianza degli eventi meteorologici, idrologici e idrogeologici. Questo impegno ha permesso di definire quotidianamente specifici livelli di allerta e attuare le misure di prevenzione e protezione, informando tempestivamente i cittadini.
L’integrazione di strumenti previsionali avanzati, modelli meteorologici, idrologici e idraulici, uniti a sofisticati sistemi osservazionali a terra, satelliti e radar meteorologici, ha affinato le capacità predittive del centro, rendendole sempre più precise.
La professionalità dei funzionari del CFD è cresciuta di pari passo con l’evoluzione tecnologica. Le allerte non si basano solo sui risultati dei modelli previsionali, ma richiedono un’interpretazione esperta che unisce dati numerici ed esperienza sul campo. L’Assessore Pasquale Pepe sottolinea l’importanza del contributo scientifico del Centro Funzionale Decentrato nelle attività di protezione civile, in particolare durante la fase di valutazione degli scenari di pericolosità e rende noto che queste competenze sono state sviluppate e affinate nel tempo dal CFD lucano, grazie alla professionalità dei funzionari operatori di sala.
“La Basilicata – spiega Di Bello, dirigente dell’ufficio regionale di Protezione Civile – sta procedendo, in collaborazione con gli altri Centri funzionali regionali e centrale del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, alla definizione di una metodologia volta a determinare l’impatto reale degli eventi previsti e analizzare eventuali differenze di sotto e sovrastima degli stessi, per migliorare ulteriormente la qualità delle informazioni fornite alla popolazione”.