La Commissione ha deciso di unificare le due pdl su “Misure di sostegno per la promozione della parità di genere in Basilicata e “Istituzione del reddito di libertà per le donne vittime di violenza”
Importante decisione presa nella seduta odierna della quarta Commissione consiliare (Politica sociale), presieduta dal consigliere Perrino (M5s): Parere favorevole ad unanimità di consensi per la proposta di legge concernente le “Misure dirette a garantire le prestazioni sanitarie di diagnosi preimpianto (PGT)” di iniziativa del consigliere Vizziello (Bo) e sottoscritta dai consiglieri presenti Perrino (M5s), Bellettieri (Fi), Cifarelli (Pd), Trerotola (Pl), Giorgetti (Gm).
La proposta di Legge – ha spiegato Vizziello – risponde all'esigenza di salvaguardare la salute della donna, sia sotto l'aspetto fisico, sia sotto l'aspetto psicologico, dai danni derivanti da una esperienza traumatica come l'aborto, anche reiterato, consentendole di acquisire “prima” una informazione (una anomalia del feto) che le permetterebbe di evitare di assumere solo “dopo” una decisione (quella appunto relativa all'aborto terapeutico) notevolmente pregiudizievole per la sua salute. Infatti, la diagnosi pre-impianto è una tecnica innovativa di diagnosi precoce delle malattie genetiche che consente alle coppie ad elevato rischio genetico di evitare il trasferimento di embrioni affetti dalla patologia genetica ereditaria di cui sono portatori uno o entrambi i genitori, assicurando così la procreazione di figli esenti dalla malattia genetica scoperta con la procedura diagnostica pre-impianto ed evitando il trasferimento di embrioni affetti da patologie genetiche e quindi aborti sia spontanei sia terapeutici. Oggi la diagnosi pre-impianto non essendo ancora inserita nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) obbliga le coppie che la richiedono ad eseguirla con oneri a proprio carico e questo rappresenta un limite rilevante alla effettività del diritto alla diagnosi pre-impianto sancito da dalla pronuncia della Corte Costituzionale. Fino a pochi anni fa – ha ricordato Vizzioello – esistevano tre livelli di diagnosi per la prevenzione e/o la cura di patologie a carico del prodotto del concepimento: Diagnosi preconcezionale: consiste nel sottoporre a screening i potenziali genitori prima del Concepimento; Diagnosi prenatale: interviene nelle prime settimane di gravidanza, quando si sospetta una malattia; e parliamo sostanzialmente di Villocentesi, Amniocentesi e più recentemente di Test Genetici Prenatali come il NlPT. Questi ultimi da un prelievo venosa della gestante, già dalla 10° settimana, consentono di isolare e coltivare cellule fetali su cui eseguire test genetici, con il vantaggio che, a differenza dei primi due, è totalmente privo di invasività; Screening Neonatale: sono test che si eseguono subito dopo la nascita allo scopo di individuare tempestivamente malattie curabili.
A questi test – ha puntualizzato Vizziello – negli ultimi anni, si è affiancata ed affermata nella routine clinica, la Diagnosi Preimpianto, che rappresenta una assoluta novità in termini di approccio alla diagnosi precoce di malattie genetiche del prodotto del concepimento, perché interviene prima che l'embrione si impianti. Ciò comporta la possibilità di evitare il trasferimento di embrioni affetti da patologia e in definitiva di evitare fallimenti di impianto, aborti spontanei, se la patologia è incompatibile con la vita ma, quello che appare più rilevante, evitare aborti terapeutici che hanno sempre ed inevitabilmente ricadute fisiche ma, soprattutto, psicologiche in donne desiderose di una gravidanza, oltre ad evitare che l'asticella della gravidanza così anelata si sposti in avanti, sapendo che l'avanzare dell'età femminile costituisce un fattore limitante nel conseguimento di una gravidanza per il decrescere della fertilità. La diagnosi preimpianto si basa sulla analisi genetica di cellule dell'embrione che si sviluppa in vitro, prima che l'embrione stesso venga trasferito nell'utero della mamma. Quindi presuppone un trattamento di Procreazione Medicalmente Assistita.
La finalità e l’oggetto della proposta di legge sono esplicitati all’articolo 1: “Al fine di tutelare il diritto alla salute della donna sono garantite le prestazioni sanitarie di diagnosi pre-impianto (PGT) alle coppie residenti nel territorio regionale portatrici di patologie genetiche trasmissibili, rispondenti ai criteri di gravità. Le spese derivanti dalle suddette prestazioni sono a carico del Sistema sanitario regionale, ferma restando la compartecipazione alle spese secondo le regole attualmente vigenti per la procreazione medicalmente assistita (PMA)”. L’articolo 2 detta le Disposizioni finanziarie. Per gli oneri derivanti dall’applicazione della presente legge è autorizzata per ciascuna delle annualità 2024 e 2025 la spesa di euro 60.000; per gli anni successivi a quelli indicati, l’entità dello stanziamento è fissata con la legge di stabilità.
La pdl ora passerà in seconda Commissione prima di approdare in Consiglio regionale.
La Commissione ha deciso inoltre, nel corso dei lavori, di unificare le due proposte di legge concernenti le “Misure di sostegno per la promozione della parità di genere in Basilicata e la “Istituzione del Reddito di libertà per le donne vittime di violenza”. Testo base resta la pdl n.89 del 2021 di iniziativa del consigliere Bellettieri con gli emendamenti apportati dallo stesso proponente. A questo si aggiunge l’articolo 4 della pdl n. 94 del 2021 di iniziativa dei consiglieri Cifarelli e Pittella, riguardante il Reddito di libertà.
In precedenza era stato audito il coordinatore della Segreteria Tecnico – Scientifica del Comitato Etico Unico Regionale (CEUR), Aldo Di Fazio, in merito alla pdl n.180 del 2023 su “Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza della Corte Costituzionale n. 242/2019”.
Di Fazio ha spiegato che, dopo una revisione organizzativa, i Comitati etici sono in numero di quaranta, uno per ogni regione, più venti dediti essenzialmente alla ricerca. In Basilicata vi è, dunque, una unica struttura che può accedere ad una piattaforma e approvare studi a livello europeo. In Basilicata – ha precisato – è più sviluppata la fase della sperimentazione rispetto a quella etica. Nonostante ciò – ha fatto notare Di Fazio – non ci si esime dall’affrontare un tema delicato quale quello del suicidio medicalmente assistito. Resta punto fermo quanto asserito dal Comitato Etico Nazionale che fa riferimento “ad adeguato percorso di cure palliative”, con la soluzione ottimale per un tema infinito che vede nel Parlamento la sede deputata dove legiferare, giungendo ad una legge nazionale che dovrebbe completare la legge n. 219 del 2017 afferente alla vicenda di Eluana Englaro e che fa ampio riferimento alla sedazione profonda. Tutto questo tenendo ben presente l’articolo 580 del Codice penale che tratta dell’Istigazione o aiuto al suicidio o rafforza l’altrui proposito di suicidio.
Al termine dell’audizione la Commissione ha deciso di inviare una nota alle dirigenze del San Carlo e dell’Asp per sollecitare la realizzazione della segreteria aziendale, con il responsabile amministrativo, del CEUR per porlo in condizione di operare al meglio, ottimizzando il lavoro dei data manager, figure professionali che rendono operativo l’organismo, ma sono difficilmente inquadrabili in un contesto standard e non riferibili ad una individuazione professionale classica.
Auditi, anche, Luciana Bellitti, segreteria regionale della FIALS (Federazione italiana Autonomie Locali e Sanità) e Giuseppe Costanzo, delegato regionale della CONFSAL (Conferderazione Generale Sindacati Autonomi Lavoratoti), in merito alla richiesta di assegnazione alle Aziende sanitarie delle risorse per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro 2019.2021 – Comparto Sanità. Si è convenuto di audire il Dirigente generale del dipartimento Sanità ed il Dirigente generale Programmazione e Gestione delle risorse strumentali e finanziarie della Giunta regionale per conoscere lo stato dell’iter del passaggio delle risorse e le motivazioni del mancato trasferimento alle aziende delle risorse ricevute dallo Stato.