Pianista Mentissi in concerto domani nella sua Tolve

Il compositore e pianista Rocco Mentissi si esibirà per la prima volta in concerto nel suo paese Tolve. Lo farà – si legge in una nota – in occasione del Festival dell’Antico, appuntamento annuale per immergersi nella storia e nelle bellezze del borgo antico tolvese, giunto quest’anno alla quarta edizione e promosso dall’Archeoclub Tolve “Tulbium”, guidato dalla presidente Alessandra D’Eugenio. A partire dalle 19.30 sarà realizzato un percorso di visite guidate animate da una serie di attori, musici e ballerini, che condurranno gli spettatori in un affascinante viaggio nel passato, con partenza dall’Arco delle Torri. Il percorso si concluderà alle 21.30 in Largo Libertà, per una inedita versione live del secondo lavoro discografico della carriera di Rocco Mentissi, intitolato “Pais”, con una drammatizzazione pensata ad hoc per Tolve, paese a cui l’album è ispirato e dedicato. Uno spettacolo che chiuderà il racconto del centro storico, attraverso una narrazione musicale, vocale e coreutica del Casale, luogo natio dell’artista tolvese, e che vedrà la partecipazione dell’attore Giuseppe Ariano, della soprano Maria Cristina Mecca e della danzatrice Luana D’Anzi. Uscito lo scorso novembre, a quattro anni di distanza da “TraMe”, suo disco di debutto, “Pais” è un progetto che parte dal passato, ma che tira diritto verso un futuro nuovo, intriso di libertà e umanità, quali necessarie materie prime di una possibile felicità personale e sociale. “Pais” letto nella lingua greca significa fanciullo, pronunciato invece nel dialetto tolvese indica il paese. Due dimensioni, una temporale e antropologica, l’altra spaziale e architettonica, che si intrecciano: il fanciullo come paradigma dell’uomo, il paese come paradigma della città. Attraverso nove brani, Rocco Mentissi ripercorre i ricordi della sua infanzia: le corse a perdifiato, gli infiniti giochi in strada, il nido rassicurante della casa dei nonni, la terra, in cui si giungeva in sella ad un asino. Un concept-album che vuole essere un inno alle piccole comunità lucane in via di estinzione, una celebrazione della dimensione paesologica, nella quale l’uomo è centro di un architettura che lo avvolge, difende e manifesta.
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