A beneficio di una corretta informazione all’utenza – scrive l’Inps in una nota – è opportuno e necessario precisare che è falso quanto denunciato nel comunicato della Flai-Cgil dato ieri alla stampa riguardo presunti ritardi nella liquidazione delle domande di Disoccupazione Agricola gestite dall’Agenzia Inps di Melfi.
All’Agenzia sono pervenute 2.022 domande di Disoccupazione Agricola riferite al 2018 e in pagamento nel 2019. Il termine per la presentazione è fissato per legge al 31 marzo, e all’Inps sono concessi 120 giorni da tale data per la definizione delle domande presentate.
Il trend del 2019 – prosegue l’Inps – è in linea con quello degli anni passati: alle 18.35 di ieri sera, 30 luglio, restavano da definire 435 domande al momento non lavorabili di cui 215 sono state presentate con documentazione incompleta da parte del richiedente, e per queste l’Ufficio ha già provveduto ad inviare richiesta di integrazione agli interessati ed è in attesa di risposta; 60 domande sono di lavoratori tunisini per i quali è necessario attendere risposta dalle Istituzioni del loro Paese per poter procedere alla liquidazione; 160 domande appartengono a soggetti che, essendo in possesso di partite Iva, devono essere sottoposti ad accertamenti ispettivi documentali. La somma di tali pratiche coincide con il numero di quella ancora da definire, tutte esclusivamente per ragioni non imputabili all’Inps.
L’Agenzia di Melfi sta già provvedendo alla chiusura delle pratiche per le quali iniziano a pervenire i documenti richiesti e dopo la prossima elaborazione contabile resteranno da definire esclusivamente le domande riferite agli accertamenti da vigilanza documentale e quelle riferite ai lavoratori stranieri per i quali l’Ente tunisino non ha ancora restituito la documentazione richiesta. Tanto precisato, appare chiara – conclude l’Inps – l’infondatezza di quanto riportato nel comunicato stampa di Vincenzo Esposito, segretario regionale della Flai Cgil, anche per quel che riguarda la percentuale di pratiche assistite dalla Cgil, pari nella realtà al 77,38% delle definite”.