“L’indicazione geografica protetta (IGP) per la Lucanica di Picerno a favore dell’intero comprensorio Melandro-Marmo-Platano (Picerno, Tito, Satriano, Savoia , Vietri di Potenza, Sant'Angelo Le Fratte, Brienza, Balvano, Ruoti, Baragiano, Bella, Muro Lucano, Castelgrande, Sasso di Castalda) è innanzitutto il riconoscimento di un impegno sinergico tra allevatori, agricoltori, aziende di trasformazione, Comuni e Regione per la promozione di uno dei prodotti simbolo del “mangiare bene mangiare lucano”.
È il commento di Carmine Ferrone, dirigente Leu per il Marmo-Melandro-Platano e assessore al Comune di Bella.
“Le aspettative sono adesso legate – sottolinea – al valore aggiunto che l’IGP contiene per una maggiore remunerazione da parte di tutti i soggetti sociali della filiera salumi e una migliore commercializzazione nei mercati, incrementando produzione ed occupazione diretta ed indotta. È questa la strada da seguire per lo sviluppo e l’occupazione nelle aree interne e più svantaggiate: dare priorità a programmi, progetti, interventi nei settori agroalimentare, ambiente e industria 4.0 in considerazione delle peculiarità dell'area Melandro-Marmo-Platano e dello stimolo derivante dal nuovo ciclo di programmazione dei fondi comunitari.
Sono convinto – dice Ferrone – che soprattutto il comparto alimentare possa dare buone soddisfazioni ad iniziative di autoimprenditoria giovanile per la qualità e tipicità delle nostre produzioni locali (oltre ai salumi) che hanno già un mercato nazionale e una presenza sia pure ancora limitata in mercati esteri. Occorre salvaguardare e conservare questa tradizione, come per la filiera lattiero-casearia, organizzarla con adeguate forme di tutela e farne strumento di sviluppo economico per imprese e comunità locali.
In particolare è importante il legame fra territorio, consuetudini alimentari e tradizioni enogastronomiche: tutto ciò offre identità e sviluppo alle comunità locali. Sono necessarie iniziative di promozione della vendita diretta dei prodotti dell’azienda agricola, promozione delle “strade enogastronomiche” collegate ai prodotti tipici ed ai vini di qualità, valorizzazione turistica attraverso le tipicità agroalimentari, i Musei del cibo e della tradizione contadina, una ristorazione che si richiama alle ricette e prodotti locali, anche nelle mense pubbliche, l’ospitalità turistica alberghiera che valorizza le tradizioni alimentari locali. Sono convinto – continua – che le Amministrazioni locali possono fare molto in questo campo, traendone diretto vantaggio e favorendo anche il reddito delle imprese agricole.
Quanto al Piano Industria 4.0 a favore dell’alimentare, gli investimenti innovativi – conclude Ferrone – potranno stimolare l’investimento privato nell’adozione delle tecnologie abilitanti dell’Industria 4.0 e aumentare la spese in ricerca, sviluppo e innovazione; un processo che è importante saper affrontare specie nelle aree più interne della nostra provincia”.