Violenza su operatori sanità, mozione Napoli e Castelluccio

La mozione presentata in Consiglio regionale in occasione della Giornata nazionale contro la violenza sugli operatori sanitari

&ldquo;Aggressioni ad operatori sanitari &ndash; Strumenti atti a garantire la sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie&rdquo;.<br /><br />Questo il tema della conferenza stampa del consigliere Napoli che ha illustrato, alla presenza del consigliere Castelluccio e in occasione della Giornata nazionale contro la violenza sugli operatori sanitari, una mozione che impegna la Giunta regionale &ldquo;a promuovere l&rsquo;adozione, da parte di ogni Azienda ed Ente del Servizio sanitario regionale, di ogni azione idonea a ridurre i fattori di rischio negli ambienti maggiormente esposti a comportamenti aggressivi e di violenza in danno degli esercenti le professioni sanitarie, mediante l&rsquo;adozione di misure che siano strumento attuativo di un progetto di sicurezza predisposto dall&rsquo;Assessorato &lsquo;Politiche della persona&rsquo;, previa necessaria condivisione del progetto con le istituzioni responsabili della sicurezza e sottoscrizione di un apposito Protocollo d&rsquo;Intesa finalizzato al perseguimento della sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie&rdquo;.<br /><br />&ldquo;La sicurezza del personale sanitario &ndash; ha sottolineato&nbsp;il Vice presidente del Consiglio regionale&nbsp;&ndash; rispetto al rischio di aggressione &egrave; diventata, negli ultimi anni, una tematica sempre pi&ugrave; ricorrente e notevole &egrave; l&rsquo;aumento di episodi di violenza nei confronti degli operatori sanitari. Siamo in presenza di un fenomeno che &egrave; ben noto in ambito sanitario bench&eacute; manchino statistiche certe relative alla sua diffusione. La frequenza &ndash; ha continuato &ndash; &egrave; di molto pi&ugrave; elevata rispetto a quella riscontrabile in altri ambiti lavorativi e diversificati sono i motivi. Prima di tutto &ndash; ha specificato Napoli &ndash; il rapporto fortemente interattivo e personale che si instaura tra il paziente e l&rsquo;operatore sanitario durante l&rsquo;erogazione della prestazione&nbsp; che spesso coinvolge altri soggetti, vedi i familiari del paziente che sovente vivono uno stato di vulnerabilit&agrave;, perdita di controllo e frustrazione. Tali episodi incresciosi spesso non sono resi noti per vergogna, per paura di una denuncia, che evidenzierebbe situazioni di profonda inadeguatezza delle strutture sotto il profilo della sicurezza o perch&eacute; il senso comune considera tali aggressioni una naturale componente del rischio connesso all&rsquo;esercizio delle professioni sanitarie. Purtroppo &ndash; ha esplicitato Napoli – spesso i pazienti o i loro congiunti scaricano nei confronti del personale sanitario la loro insoddisfazione derivante dal vedersi negate prestazioni a cui si ritiene di avere diritto, dimenticando che spesso &egrave; la carenza di risorse strumentali ed economiche, oltre che di personale, o un deficit di programmazione l&rsquo;elemento che non consente alle strutture sanitarie di erogare prestazioni adeguate ai bisogni di salute del cittadino&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Per comprendere appieno la rilevanza del fenomeno – ha sostenuto Napoli &ndash; bisogna immaginare di essere un operatore sanitario che, nel giro di qualche secondo, mentre cerca di curare pi&ugrave; persone in un contesto complesso, si trova ad essere oggetto di aggressione verbale, di minacce o, addirittura, di violenza fisica e in uno stato di malessere, in preda alla paura deve espletare una attivit&agrave; oggettivamente delicata come quella della somministrazione delle cure ai pazienti. E&rsquo; proprio in virt&ugrave; di questi elementi di fatto che la nostra Regione deve fare molto di pi&ugrave;, soprattutto nei luoghi per cos&igrave; dire sensibili delle strutture sanitarie, provvedendo all&rsquo;istallazione di telecamere a circuito chiuso, dispositivi di sicurezza, impianti di allarme, metal detector, sistemi di collegamento ad unit&agrave; operative di pronto intervento, e prevedendo l&rsquo;operativit&agrave; di un presidio di polizia fisso per i DEA di primo e secondo livello della nostra regione. Misure che devono far parte di un pi&ugrave; organico progetto di sicurezza predisposto dall&rsquo;Assessorato &ldquo;Politiche della persona&rdquo; e che sia condiviso con le istituzioni responsabili della sicurezza, con le quali occorre stipulare un apposito Protocollo d&rsquo;Intesa&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Il Ministero della Salute e delle Politiche sociali &ndash; ha aggiunto Napoli -&nbsp; con la Raccomandazione n.8 del novembre 2007, sottolinea la necessit&agrave;, nell&rsquo;ambito dei programmi nazionali e regionali concernenti la gestione del rischio clinico e la sicurezza dei pazienti e delle cure, di prevenire i comportamenti aggressivi e la violenza in danno degli operatori sanitari con l&rsquo;adozione di misure che consentano di ridurre, se non eliminare, le condizioni di rischio. Sempre il Ministero della Salute &ndash; ricorda il Vice presidente del Consiglio regionale &ndash; con nota del 26 marzo 2018, invita le Regioni e le Aziende sanitarie ad assicurare la massima adesione all&rsquo;attivit&agrave; di monitoraggio posta in essere da A.ge.nas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) per l&rsquo;implementazione della suddetta raccomandazione. La Commissione nazionale per la formazione presso l&rsquo;A.ge.nas inoltre, con deliberazione del 15 marzo 2018, indica quale tematica di interesse nazionale la &lsquo;gestione delle situazioni che generano violenza nei confronti dell&rsquo;operatore sanitario&rsquo;. Le Regioni e gli Enti del Servizio sanitario, pertanto, hanno quale obiettivo di garantire il diritto alla salute dei cittadini, attraverso l&rsquo;erogazione agli stessi di prestazioni sanitarie appropriate alle esigenze di cura. Altro obiettivo prioritario&nbsp; &egrave; quello di garantire la sicurezza ed il benessere fisico del personale sanitario operante nelle strutture del Servizio sanitario nazionale&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Il Consiglio dei Ministri &ndash; ha anche riferito Napoli &ndash; lo scorso 8 agosto ha approvato un disegno di legge &lsquo;Antiviolenza&rsquo; che prevede l&rsquo;istituzione di un Osservatorio nazionale sulla sicurezza di tutto il personale del comparto Sanit&agrave; e l&rsquo;integrazione dell&rsquo;articolo 61 del codice penale in materia di disciplina delle circostanze aggravanti nei confronti di chi commette reati con violenza o minacce in danno degli operatori sanitari nell&rsquo;esercizio delle loro funzioni. Gli episodi di violenza contro gli operatori sanitari &ndash; ha puntualizzato -&nbsp; sono considerati eventi sentinella, in quanto segnali della presenza di situazioni di rischio o di vulnerabilit&agrave; che richiedono l&rsquo;adozione di opportune misure di prevenzione e protezione di quanti lavorano nelle strutture del servizio sanitario. I locali presso i quali si svolgono i servizi psichiatrici di diagnosi e cura e, a tal proposito &ndash; ha sottolineato Napoli &ndash; sarebbe pi&ugrave; che opportuno un sopralluogo presso il dipartimento di psichiatria del San Carlo di Potenza per verificare la logistica precaria (si opera letteralmente sotto terra) e le condizioni di lavoro assolutamente critiche, oltre a quelli che concernono le sale parto, i pronto soccorso, i consultori e gli spazi dedicati all&rsquo;interruzione volontaria di gravidanza, sono i luoghi dove con maggiore frequenza si verificano azioni violente o minacce nei confronti del personale sanitario&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Oggi ricorre la giornata nazionale contro la violenza in danno degli operatori sanitari – ha affermato il consigliere Castelluccio – ed occorre far sentire la vicinanza delle istituzioni alle esigenze di una categoria, quella del personale sanitario, che si sente sola e a cui va riconosciuto il merito di svolgere una attivit&agrave; di grande rilevanza sociale, la tutela della salute, un bene assoluto, rispetto al quale operatori sanitari e pazienti non possono che essere dalla stessa parte, alleati da un patto che implica solidariet&agrave; e non certo violenza&rdquo;.<br />

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