E’ proseguita anche nel 2016, secondo i dati dell’Osservatorio Confesercenti sul credito, la restrizione dei prestiti bancari alle imprese. In riferimento al comparto commerciale e turistico, il “credit crunch” ha fatto segnare una riduzione dell’1,7% dei prestiti su base annua. Come al solito le più penalizzate sono le micro e piccole imprese fino a 20 addetti con flessioni che vanno dal -5,4% al -6,8%, mentre per quelle oltre i 20 addetti la riduzione del credito è di minore (-0,5%).
Sul fronte delle sofferenze bancarie invece – riferisce Confesercenti – si rileva un aggravamento della situazione con la Basilicata che secondo i dati della Cgia di Mestre è la seconda regione con il più alto indice di sofferenze bancarie, pari al 19,9 per cento dei crediti concessi (a Matera è pari al 23,1 per cento, a Potenza pari al 18,1 per cento).
La difficoltà delle imprese a rimborsare i prestiti bancari, tuttavia – sostiene Prospero Cassino, presidente Confesercenti Potenza – non giustifica l’atteggiamento del sistema di credito piuttosto ostile a finanziare le PMI, soprattutto nel Mezzogiorno e in Basilicata. Anche nel 2016 abbiamo assistito dunque ad una evidente penalizzazione e restrizione nell’accesso al credito per quanto riguarda le piccole imprese commerciali e turistiche fino a 20 addetti con una situazione che appare fortemente sbilanciata e che vede un sistema di erogazione che indirizza il 75% del credito alle imprese con oltre 20 addetti, mentre nell’economia reale, anche in questo settore svolgono un ruolo insostituibile le micro e piccole imprese anche per ciò che concerne il contributo in termini occupazionali. Per questo motivo Confesercenti propone di rafforzare compiti, funzioni e dotazione finanziaria di Basilicata Sviluppo oltre a sostenere e migliorare le altre misure già in essere come le opportunità del pacchetto di agevolazioni CreOpportunità per favorire e stimolare l’imprenditorialità lucana mediante il sostegno all’avvio ed allo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali nei settori dell’industria, della trasformazione dei prodotti agricoli, dei servizi, del commercio, dell’artigianato, del turismo, della cultura, dell’intrattenimento, del sociale, nonchè di incentivare le professioni. Inoltre creare un fondo regionale ad hoc per agevolare l’accesso la credito da parte delle micro e piccole imprese fino a 20 dipendenti.
Le aziende continuano a lamentare grosse difficoltà sul fronte dei prestiti, non tanto per la concessione quanto per le modalità estremamente penalizzanti. In molti casi al costo elevato del denaro preso in prestito bisogna aggiungere il costo della garanzia del consorzio fidi, spesso necessario e superiore alla media europea, e il costo della commissione chiesta sulla disponibilità del fido. Tant’è che per le microimprese del comparto commerciale ottenere prestiti, anche di piccolissima entità, dalle banche è diventato un vero calvario. Il problema – dice ancora Cassino – non è ovviamente quello di aprire una vertenza piccoli contro grandi, ma pretendere dal mondo delle banche una politica del credito rapportata alle reali capacità delle imprese e non condizionata aprioristicamente dalla dimensione delle stesse. Fare chiarezza su chi ha prodotto questa mole di sofferenze bancarie che ha portato al dissesto di molte banche sarebbe a questo punto non una necessità, ma una priorità. Infatti se si vuole sostenere la crescita del Paese bisogna anche garantire il credito al diffuso e vitale tessuto economico fatto da piccole e medie imprese.
Bas 05