Fondi scuola infanzia, Castelluccio: meno ai bimbi lucani

“Cinquantuno euro ai bambini nati in Basilicata, contro i 103 euro della Val d’Aosta, i 90 euro dell’Umbria e dell’Emilia, i 79 euro della Toscana. E’ una discriminazione-penalizzazione che non possiamo accettare”

&ldquo;Il riparto a favore delle scuole per l&rsquo;infanzia proposto dal ministro dell&#39;Istruzione, Valeria Fedeli, e approvato nella Conferenza unificata Stato-Regioni del 2 novembre scorso non convince perch&eacute; alla Basilicata sono attribuite complessivamente 300 mila euro in meno rispetto all&rsquo;ipotesi di un mese prima (lo stanziamento doveva essere di 1,6 milioni, risulta meno di 1,3 milioni) e, soprattutto, perch&eacute; per ogni bambino lucano sono assegnati 51 euro contro i 103 euro della Val d&rsquo;Aosta, i 90 euro dell&rsquo;Umbria e dell&rsquo;Emilia, i 79 euro della Toscana. E&rsquo; una discriminazione-penalizzazione che non possiamo accettare&rdquo;. Ad affermarlo &egrave; il vice presidente del Consiglio regionale, Paolo Castelluccio, (Fi) per il quale &ldquo;il Governo regionale deve spiegare cosa &egrave; realmente accaduto in fase di calcolo di ripartizione che pure &egrave; stata sottoposta ad esame, prima dell&rsquo;approvazione, nella riunione a Roma del 2 novembre scorso&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Ridurre la questione ad operazioni matematiche in base a numerosi fattori-indicatori oggettivi, quali il numero dei bambini di et&agrave; compresa da zero a 6 anni, gli iscritti alle scuole per l&rsquo;infanzia, le quote individuate e condivise &ndash; aggiunge Castelluccio &ndash; non d&agrave; comunque una giustificazione plausibile perch&eacute; viene meno al principio perseguito dal Governo di &lsquo;standard uniformi su tutto il territorio nazionale&rsquo;.&nbsp; Il risultato finale della Conferenza unificata contraddice l&rsquo;affermazione formale ed entusiastica del sottosegretario Vito De Filippo, secondo il quale &lsquo;il Ministero &egrave; impegnato a&nbsp; costruire percorsi di crescita eguale su tutto il territorio, a partire dall&#39;infanzia&rsquo;. Non &egrave; invece cos&igrave; perch&eacute; ad avvantaggiarsi del riparto dei fondi sono in particolare le regioni del Nord e non certamente solo per effetto del numero di bambini da zero a 6 anni e di iscritti ad asili nido e materne, fattori questi s&igrave; indiscutibili&rdquo;.<br /><br />Per Castelluccio la questione &egrave; &ldquo;tutt&rsquo;altro che formale perch&eacute; invece di accrescere i servizi per l&rsquo;infanzia a favore delle famiglie che ne hanno pi&ugrave; bisogno e delle madri-lavoratrici si rafforzano quei servizi gi&agrave; adeguati ed ottimali nelle regioni che li garantiscono da anni. Non a caso sono tutte le regioni del Sud a subire la penalizzazione ai diritti dell&#39;infanzia, e ai principi d&#39;uguaglianza: al Centronord sono andate il 74,2 per cento delle risorse assegnate, sebbene i bambini residenti in quell&#39;area siano il 65,52 per cento. Il Mezzogiorno si &egrave; dovuto accontentare del 25,7 per cento delle risorse nonostante la quota di bambini sia del 34,4 per cento. Il Governo e il Ministero all&rsquo;Istruzione oltre ad essere bocciati in matematica vanno bocciati in politica per l&rsquo;infanzia&rdquo;.<br />

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