Policoro Ideale su inquinamento storico Itrec

“Dopo due anni dall’accertamento dell’inquinamento delle falde acquifere superficiali e del suolo, all’interno e fuori dall’Itrec, non abbiamo ben capito chi deve fare che cosa. Tanta confusione, rimpallo di responsabilità, nel mentre l’inquinamento supera il confine naturale del sito. Maglie troppo larghe in tutti i sensi..e ormai siamo al ridicolo, ancora ieri in conferenza di servizio un nulla di fatto. La conferenza era stata convocata dal comune di Rotondella per discutere e approvare il piano di bonifica ma è stata aggiornata a fine gennaio, come se nulla fosse, giustamente è Natale per tutti e la bonifica puo’ attendere”.
E’ quanto si legge in una nota del gruppo consiliare “Policoro Ideale”.
“Intanto – si legge ancora- ricostruiamo la vicenda; Sulla base della situazione di potenziale contaminazione rilevata, accertata e confermata dai dati di caratterizzazione, nel sito del Centro Ricerche Enea della Trisaia, in considerazione del fatto che non erano noti eventi incidentali a cui ricondurre quanto rilevato, il soggetto obbligato ( Sogin) provvedeva a effettuare la notifica agli Enti competenti ai sensi dell’art. 245 del D.Lgs 152/06 ss.mm.ii., ipotizzando una potenziale contaminazione storica riconducibile verosimilmente a pregresse attività, solo dopo aver superato il “dubbio”, solo loro a dire il vero, su possibili inquinamenti esterni, come da prima nota di informativa alla prefettura di Matera a maggio 2015.
Va sottolineato che al verificarsi di un evento che sia potenzialmente in grado di contaminare il sito, o nel caso in cui sia individuata una contaminazione storica, ancora in grado di comportare rischi di aggravamento della situazione di contaminazione, il soggetto obbligato*( Sogin) mette in opera, entro ventiquattro ore, le misure necessarie di prevenzione per impedire o minimizzare il danno sanitario e ambientale, e ne da immediata comunicazione ai sensi e con le modalità di cui all'articolo 304, comma 2 del DLgs 152/06. La definizione di danno è data al comma 2 dell’art. 300 dello stesso decreto.
Quali misure di prevenzione nelle ventiquattro ore sono state adottate per limitare il danno? Il solo emungimento che funge da barriera idraulica, come dichiarato alla prefettura dalla Sogin? La stessa barriera che non è risultata sufficiente a contenere il propagarsi dell’inquinamento? Forse gia’ allora le maglie della barriera idraulica di emungimento delle acque superficiali di falda è stata predisposta troppo larga, considerando a post che l’inquinamento è sceso a valle”.
“A luglio la regione Basilicata – continua la nota -invita il Comune di Rotondella a convocare conferenza di servizio per approvazione Piano di Caratterizzazione predisposto dalla società incaricata dalla Sogin che predispone un miglioramento della maglia di monitoraggio della falda e del suolo di tipo variabile, a partire dalla piu’ stretta di 125 mt, alla piu’ larga di 500 mt. Sulla base delle informative che vedono quale causa dell’inquinamento la condotta di drenaggio delle acque di lavorazione del ex impianto Magnox, dal 1985 inattivo secondo gli atti ufficiali, ci pare di poter dire che la maglia di monitoraggio proposta dal P.C. risulta troppo larga nell’area di riferimento del Magnox; infatti parliamo di una maglia che varia da 250 a 500 mt., contrariamente al centro di interesse, individuato nei pressi del costruendo deposito temporaneo, dove la maglia predisposta e’ di 125 mt.
Osiamo parlare di una maglia troppo larga nei pressi del centro di interesse “vero”, il Magnox. E ancora, a distanza di due anni troviamo singolare che si proceda ancora in assenza dell’Analisi di Rischio, in considerazione di quanto previsto dal 152/06, che prevede la sua adozione in conferenza di servizi entro sei mesi dall’approvazione del Piano di Caratterizzazione, cioè entro maggio 2016.
“Va segnalato che – chiude la nota – una situazione di emergenza non puo’ e non deve essere gestita con i mezzi ordinari, considerato che stiamo parlando di inquinamento chimico da Trielina e Cromo, due inquinanti dannosi per la salute umana ed animale. Basti pensare che per inquinamento da trielina a Cesina è attivo un programma pluriennale di decontaminazione, senza parlare del Cromo sostanza cancerogena. Cosa ci dobbiamo aspettare se, speriamo mai, ci trovassimo in una situazione di contaminazione di tipo radiologico?Sogin invece, si limita a comunicare a maggio 2016, dopo dodici mesi dall’accertamento dell’inquinamento di aver pubblicato la gara per realizzare il Piano di Caratterizzazione, ne comunica inizio lavori a giugno 2016 e a settembre 2017 i dati che confermano l’inquinamento delle falde e del suolo e solo dopo viene predisposta dal comune di Rotondella ordinanza di divieto di emungimento, anche per il centro.., per fortuna derogata subito.
Ora, dopo due anni subentra nel ruolo di soggetto obbligato l’Enea che assicura tempi certi e bonifica del sito ex Magnox. Dovremmo essere contenti? Noi pensiamo di No. Siamo veramente sicuri che la fonte sia solo e soltanto l’ex Magnox? Per favore, prima di pensare alla bonifica pensate ad idonee e stringenti barriere idrauliche a valle, pensate a rideterminare la maglia del Piano di caratterizzazione e ad un Piano di monitoraggio veterinario, nonché una verifica puntuale delle matrici alimentari e dell’aria, oltre alle gia’ richiamate verifiche della falda e del suolo, fino al fiume Sinni che scorre a pochi passi, dove registriamo pochi punti di monitoraggio e verifica.
Non c’è tempo da perdere, i soggetti preposti cerchino di stringere le maglie nell’interesse della collettività e del territorio e qualsiasi rinvio o ritardo è semplicemente vergognoso”.

Bas 05

    Condividi l'articolo su: