“Il reparto di lunga degenza altrimenti detto Governo dalle larghe intese del comune di Matera sembra scricchiolare. Non sono le poltrone che creano problemi, ce ne sono per tutti, ma la Tari”. Lo afferma, in un comunicato stampa, Pio Abiusi dell’associazione Ambiente e legalità.
“I conti non tornano – afferma Abiusi – sia per la incapacità di organizzare il servizio sia perchè con l'incremento dei flussi turistici i rifiuti giornalieri sono aumentati e di conseguenza anche i costi. Bisogna prenderne atto e riadeguare la tariffe ma in misura equa. Il residente non ha cambiato le sue abitudini e la quantità di rifiuti che produce è sempre la stessa, anzi con l'età che avanza si tende a diminuire i consumi e di conseguenza i rifiuti. L'incremento esponenziale, positivo, dei flussi turistici ha portato la produzione da 60 tonn a 70 tonn al giorno ed il costo dello smaltimento è , ovviamente, aumentato. Il principio è quello di applicare la tariffa puntuale. Quella sui rifiuti urbani è una tassa e non già una imposta e perciò chi più ne produce più paga.
Dovranno essere gli esercenti della attività di servizio che si dovranno fare carico del maggior esborso e di questo ci auguriamo che una ferma posizione possa venire sia dai sindacati dei lavoratori che dalle associazioni dei consumatori. Dato l'antefatto veniamo alla gestione del servizio per quello che riguarda lo smaltimento. Quella che era la gestione della discarica di “La Martella” in termini di inquinamento e di mancato rispetto delle autorizzazioni è stata seconda, non già per quantità, solo alla discarica romana di Malagrotta finalmente chiusa,. La discarica di Roma ha già ricevuto la sua brava sentenza di condanna per violazione delle direttive comunitarie. La Martella è insieme ad altre 26 lucane a rischio infrazione ed è stata deferita alla corte di Giustizia UE. Per le altre 26 è già stato attrezzato un piano di bonifica molto dettagliato con copertura finanziaria ma per Matera manca tutto. Manca tutto perchè la procedura di infrazione è arrivata direttamente dalla Commissione Europea alla quale a suo tempo segnalammo, insieme ad altro quanto ebbe a dichiarare, audito dalla commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti che visitò la Basilicata nella primavera del 2012, il comandante del NOE. Il 13 Marzo 2012 egli dichiarò: « Abbiamo fatto un’attività che aveva come oggetto la gestione dei rifiuti solidi urbani nella città di Matera….. Con quest’indagine noi abbiamo riscontrato delle irregolarità anche abbastanza consistenti, dal punto di vista ambientale, che ci hanno portato poi a dover sequestrare la discarica comunale della città di Matera, per impedire che il reato fosse portato a ulteriori conseguenze, dato che vi venivano smaltiti dei rifiuti solidi urbani in volumetrie eccedenti le quantità autorizzate. Naturalmente questo comportava non solo una violazione dal punto di vista autorizzativo, ma anche il fatto che, non essendo la discarica stata pensata e adeguata a sopportare quelle volumetrie residue, esse si ergevano ormai in altezza, anche portando un po’ fuori controllo la produzione di percolato eccetera. ». Si tratta dei 53 mila metri cubi sovrabbancati che giacciono ancora oggi sul terzo e quarto settore della discarica di La Martella, circa il percolato non ci si riferiva al laghetto al quale siamo affezionati ma a quello al quale fa riferimento il dirigente Montemurro nel consiglio comunale del 5-2-15 quando ebbe a dire circa il percolato: “il quantitativi di percolato sono una quantità stratosferica. Non è un mistero, lo abbiamo pubblicato, lo abbiamo formalizzato dalla Regione alla Provincia cioè in tutte le sedi e sono dati pubblici. I quantitativi del percolato devono essere immediatamente attenzionati perché non producano altro percolato e quindi vanno avviati a chiusura i quattro bacini di discarica che non sono in esercizio.” Pare sia stimabile in 80 mila mc.- quantità stratosferica!-.Oggi quel percolato non esiste più pare si sia volatilizzato.bBasta chiacchiere! Si nomini un commissario per la bonifica della discarica perchè l'amministrazione di lunga degenza non ne viene fuori. Quel sovrabbanco va trasferito nel buco non autorizzato ma esistente, si prosciughi il percolato e si prepari la discarica al post-mortem. La direttiva 1999/31/CE del Consiglio prevede che i rifiuti vengano interrati e non sono previste collinette di rifiuti. La stessa direttiva incentiva la valorizzazione del rifiuto attraverso il riciclo ed il ricorso alle discariche va scoraggiato.S ono tutti dettami sconosciuti a Matera anche se il consiglio comunale con delibera 109 del 27-12-2006 deliberò la delocalizzazioone dell'impianto di compostaggio con annessa discarica , la delibera del consiglio N° 62 del 29-10-10 riconfermò l'impegno già preso con la precedente delibera e la stessa cosa è stata rinforzata con la delibera di consiglio N°3 del 5-2-15. Si smetta di ciurlare nel manico altrimenti interesseremo ancora la Commissione Europea ed il Ministero, La Regione intervenga con decisione e nomini un commissario perché – conclude Abiusi – la misura è colma”.