Diritti Umani, Blasi: essere eguali in dignità e libertà

La Presidente della Commissione regionale Pari opportunità ricorda significato e valori della "Giornata della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani"

&ldquo;Il 10 dicembre 1948, l&#39;Assemblea Generale delle Nazioni Unite approv&ograve; e proclam&ograve; la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani&rdquo;. A ricordarlo la presidente della Commissione regionale Pari Opportunit&agrave;, Angela Blasi.<br /><br />&ldquo;Dopo questa solenne deliberazione &ndash; continua Angela Blasi – l&#39;Assemblea delle Nazioni Unite diede istruzioni al Segretario generale di provvedere a diffondere ampiamente questa Dichiarazione e, a tal fine, di pubblicarne e distribuirne il testo, non soltanto nelle cinque lingue ufficiali dell&#39;Organizzazione internazionale, ma anche in quante altre lingue fosse possibile, usando ogni mezzo a sua disposizione.<br />Il primo articolo, sunto dell&#39;intera Dichiarazione, recita: &lsquo;Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignit&agrave; e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza&rsquo;. Lo scopo della giornata &egrave; di educare e sensibilizzare tutti al rispetto dell&#39;uomo in quanto tale e a ricordare i passi compiuti dalla societ&agrave; verso il rispetto di tutti gli esseri umani, contro la schiavit&ugrave; e la soppressione dei diritti individuali&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Il tema del riconoscimento e della protezione dei diritti umani &ndash; sottolinea Angela Blasi – &egrave; oggi cos&igrave; importante in quanto strettamente connesso con i due problemi fondamentali del nostro tempo: democrazia e&nbsp; pace. Diritti umani, democrazia e pace rappresentano tre momenti fondanti dello stesso movimento storico; senza diritti umani non c&rsquo;&egrave; democrazia, senza democrazia non ci sono le condizioni minime per la soluzione pacifica dei conflitti che sorgono tra individui, tra gruppi, tra Stati. La pace, a sua volta, &egrave; il presupposto necessario per l&rsquo;effettiva protezione dei diritti dell&rsquo;uomo nei singoli Stati e nel sistema internazionale. Norberto Bobbio sosteneva che &lsquo;il problema di fondo relativo ai diritti dell&#39;uomo consisteva non tanto nel giustificarli ma nel proteggerli&rsquo;. Sosteneva ,altres&igrave;,&nbsp; che questo suo asserito&nbsp; non rappresentava un problema&nbsp; filosofico ma politico. Con i Patti del 1966, a molti intellettuali che partecipavano al dibattito sulla questione del fondamento fu chiaro che la strada del riconoscimento dei diritti umani sul piano internazionale era di prioritaria importanza e che era necessario insistere, da un punto di vista teorico, perch&eacute; questi diritti venissero accettati dagli Stati. Il problema del fondamento e dell&rsquo;universalit&agrave; resta sempre al centro, ma viene declinato secondo la necessit&agrave; dell&rsquo;esistenza dei diritti inalienabili, e ne deriva la ricaduta degli stessi diritti umani&nbsp; nella vita politica della comunit&agrave; internazionale&rdquo;.<br /><br />&ldquo;E&rsquo; proprio sul piano filosofico e politico &ndash; sostiene la Presidente Crpo – che dobbiamo considerare l&rsquo;universalit&agrave; dei valori riportati nella Dichiarazione del 1948 che rimane il vero cardine storico&nbsp; che sancisce la garanzia di comprensione e diffusione dei diritti umani. A partire da questo fatto storico, per Bobbio, si rafforza una nuova consapevolezza comune in termini di appartenenza, per ciascun individuo e per l&rsquo;intera umanit&agrave;.&nbsp; Solo dopo la Dichiarazione si ha la certezza storica che l&rsquo;umanit&agrave;, tutta l&rsquo;umanit&agrave;, condivide alcuni valori comuni e pu&ograve; finalmente credere nella loro universalit&agrave;. Norberto&nbsp; Bobbio, inoltre, riteneva che ci&ograve; che oggi potrebbe essere considerata come una &lsquo;coscienza morale globalizzata&rsquo;, in realt&agrave; &egrave; ci&ograve; che ha comportato l&rsquo;esigenza stessa della Dichiarazione e ha contribuito nel corso della storia, alla diffusione di un consenso. Tuttavia, sosteneva che la solo coscienza&nbsp; di per s&eacute; non &egrave; sufficiente per rappresentare il rispetto e la garanzia dei diritti umani;&nbsp; elementi questi che dipendono anche direttamente dall&rsquo;atteggiamento politico e che necessitano dell&rsquo;attenzione e della protezione di tutti&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Parlare della tutela dei diritti umani &egrave;, all&rsquo;indomani della Dichiarazione, un dovere morale per tutti. Oggi la consapevolezza di appartenere ad unica umanit&agrave; deve necessariamente essere rinvigorita. Tutta l&#39;umanit&agrave; &ndash; conclude Angela Blasi -dovrebbe riscoprire la coscienza morale globalizzata, fare proprio il desiderio di una democrazia vera, sentita e di pace in un contesto di rispetto dei valori umani, fattori indispensabili per la salvaguardia della pace nel mondo&rdquo;.<br />

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