Cassa integrazione Sata, Romaniello: Renzi fa propaganda

Per il consigliere del gruppo misto non è più rinviabile un intervento della politica a tutti i livelli. “Congiuntamente alle altre Regioni bisogna pretendere risposte dalla Fat sulla sua strategia industriale nel nostro paese”

<p> &ldquo;La comunicazione della fiat di apertura della cassa integrazione non solo per la linea &lsquo;Punto&rsquo; che dura da mesi, ma anche per la linea &lsquo;500X&rsquo; e &lsquo;jeep&rsquo; non &egrave; un segnale positivo, non solo per i lavoratori, ma per tutti i cittadini lucani e non solo. Infatti, sono appena trascorsi circa due anni dall&rsquo;assunzione di circa mille e settecento lavoratori con lo Jobs Act e quindi con il consistente contributo dello Stato, e la Fiat gi&agrave; scarica sulla collettivit&agrave; i costi della fermata a seguito della diminuzione delle vendite&rdquo;.&nbsp; E&rsquo; quanto sottolinea il consigliere del gruppo misto Giannino Romaniello, definendo la Fiat, &ldquo;un&rsquo;azienda che non paga le tasse sugli utili in Italia, non applica il Ccnl dei metalmeccanici, ma si &egrave; stipulato un contratto tutto suo con la colpevole complicit&agrave; di alcune organizzazioni sindacali, si fa finanziare il campus a Melfi dalla Regione e la ricerca dallo Stato in altri stabilimenti, e cosa ancora pi&ugrave; grave cerca di lasciare la Costituzione fuori dalla fabbrica. Di fronte a tutto questo, un Governo poco poco autorevole dovrebbe convocarla in sede ministeriale e pretendere risposte sugli assetti produttivi degli stabilimenti italiani a partire da quelli come Melfi ampiamente sostenuti finanziariamente&rdquo;.<br /> <br /> &ldquo;Non basta chiedere la sostituzione del modello della &lsquo;Punto&rsquo; &ndash; afferma il consigliere – bisogna difendere l&rsquo; occupazione principalmente rivendicando scelte di politica industriale, capaci di incontrare le richieste del mercato, offrendo prodotti innovativi a partire da quelli che vanno incontro ai bisogni di risparmio e a riduzione delle emissioni, come stanno facendo le altre case automobilistiche. Con l&rsquo;inizio della cassa integrazione, che tra l&rsquo;altro avviene in un periodo (inizio anno) in cui il mercato ha sempre dato segnali positivi a seguito del fatto che chi deve comprare la vettura alla fine dell&rsquo;anno rinvia l&rsquo;acquisto all&rsquo;anno nuovo; non si prospetta un futuro positivo&rdquo;.<br /> <br /> &ldquo;Alla luce di tutto ci&ograve;, fermo restando il confronto sindacale &ndash; continua Romaniello – non &egrave; pi&ugrave; rinviabile un intervento della politica a tutti i livelli, evitando di apparire solo dietro alle foto di Renzi che viene a Melfi, per poi non intraprendere alcuna iniziativa congiuntamente alle altre Regioni per pretendere risposte dalla Fat sulla sua strategia industriale nel nostro paese&rdquo;.<br /> <br /> Infine, sotto l&rsquo;aspetto pi&ugrave; squisitamente logistico &ndash; conclude – &egrave; da augurarsi un intervento dell&rsquo;Assessore competente per evitare ai lavoratori dell&rsquo;indotto che non avranno fermo produttivo di poter usufruire dei trasporti dai comuni all&rsquo;area industriale di Melfi, considerato che in passato, con le fermate di Sata si &egrave; registrata la sospensione delle corse e quindi del servizio a lavoratori che regolarmente avevano pagato l&rsquo;abbonamento. Per alcuni potrebbe questa apparire una banalit&agrave;. Non lo &egrave; per chi guadagna 1200-1300 euro al mese e pur avendo pagato un servizio deve sostenere altri costi&rdquo;.<br /> &nbsp;</p>

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