Raffaele Pisani della Segreteria Regionale UIL FPL rende noto il testo di una missiva inoltrata al Presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella e all’Assessore alla Salute, Flavia Franconi. “A distanza ormai di due anni dalla soppressione dei punti nascita inferiore ai 500 parti per anno, abbiamo registrato il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati, atti a garantire la qualità e la sicurezza delle gestanti e dei neonati attraverso l’attivazione dei sistemi STAM e STEN, la formazione degli operatori, i percorsi integrati ospedale/territorio per la continuità terapeutica ed il monitoraggio e la verifica delle attività. Venendo meno tali obiettivi è evidente che vi è l’impossibilità di garantire i diritti fondamentali dei cittadini prima di tutto, e poi quelli dei lavoratori costretti a gestire sempre più spesso emergenze ostetriche, relegando la nostra regione a fanalino di coda in coabitazione con altre quattro regioni del centro-sud in tema di rete di trasporto assistito materno e neonatale. I mezzi di soccorso che all’occorrenza vengono adibiti al trasporto di nascituri, considerate le distanze macroscopiche e la morfologia della nostra Regione, sono carenti dei più banali presidi sanitari come ad es. la termoculla. Anche il personale del 118, sempre più spesso coinvolto nel trasferimento del nascituro e della mamma e nella gestione del parto precipitoso, non hanno ricevuto un’adeguata formazione in materia.Alla luce di quanto denunciato pertanto, la UIL FPL chiede che vengano messe in campo azioni immediate, non più procrastinabili, con la speranza che fatti di cronaca facilmente prevedibili nelle condizioni attuali, vengano sostituiti da esempi virtuosi di buina sanità. Sicuri di un immediato intervento, attendiamo a breve una risposta alle nostre preoccupazioni, sottolineando che gli operatori sanitari non sono più disposti a caricarsi sulle spalle errori che dipendono solo ed esclusivamente dall’organizzazione del lavoro”.