Matera, Ambiente e Legalità su gestione rifiuti

“Che il gruzzoletto risparmiato nel 2015 a partire dal 20 Ottobre fosse saltato e che lo stesso non sarebbe stato sufficiente a coprire le maggiori spese anche per il 2016 lo si capì immediatamente il 2 marzo 2016”. Lo afferma, in una nota, Pio Abiusi, di Ambiente e Legalità.
“Senza partire dal 2006, la cronistoria che in Regione hanno fatto al Sindaco De Ruggieri è veritiera, partiremo solo dall'Ottobre 2015. Dopo due bandi andati deserti il Comune capì che c'erano altre soluzioni e venne affidata ad una ditta specializzata la manutenzione degli impianti esistenti in piattaforma. Si trattava di una manutenzione minima che avrebbe permesso a quell'impianto di partire visto che il dirigente e gli addetti comunali non erano mai stato in grado di farlo funzionare, c'è traccia di questo nei verbali dei sopralluoghi compiuti nel corso degli anni dalla Provincia di Matera e dall'Arpab. L'impianto partì, i rifiuti vennero selezionati ed avviati a centri autorizzati con un risparmio di circa 100 € a tonnellata. La cosa andò tranquilla ed il gruzzoletto risparmiato si accumulava. A Febbraio 2016 si decide di lavorare un sovrabbanco abusivo con i filtri, porte ed altro ancora che erano in dotazione all'impianto praticamente non funzionanti. L'aria intorno alla piattaforma diviene pestilenziale e la popolazione che vive da quelle parti comincia a protestare. Arrivano i controlli di Provincia, Arpab e Noe.

Il Noe eleva la sua ammenda perchè l'AIA di cui si è in possesso non viene rispettata. Il verbale redatto da Provincia ed Arpab viene trasmesso in Regione e, finalmente, questa volta accade “l'irreparabile” anche perchè Matera è recidiva per il sovrabbanco: viene emessa la diffida e la sospensione ad operare, viene intimata la rimozione del novello sovrabbanco, illegale, stimato in 1800 tonnellate, l'emungimento del percolato quello visibile, la piscina che siamo abituati a vedere nelle foto, a fare una manutenzione straordinaria dell'impianto. Così si mette in campo un passaggio “discutibile” dei rifiuti e sul quale nessuno ha indagato, sembra, e che è costato alla città 80 mila euro. I rifiuti di Matera vengono poi inviati a “Rendina Ambiente”, ma approfittando di un fermo di qualche giorno del termovalorizzatore viene accordato alla città di abbancare altri rifiuti in discarica. Il sindaco, in questo caso, emette prontamente ordinanza per il deposito dei rifiuti in discarica, ordinanza che si protrae ancora oggi illegalmente perchè è scaduta da due mesi. La città disattende alle prescrizioni emesse dalla Provincia di Matera di avvalersi degli impianti autorizzati a trattare i rifiuti. I percorsi da seguire sono stati disattesi tanto che la Provincia autorizzò il Comune di Matera a conferire a “ Rendina Ambiente” 120 t/g. L'emergenza poteva considerarsi cessata e Matera avrebbe potuto conferire oltre al rifiuto prodotto quotidianamente anche parte del sovrabbanco, ma in Osservatorio Regionale del 12 settembre 2016 il competente assessore materano dichiarò che Matera conferiva al termovalorizzatore rifiuti solo 30 t/g in barba alle ordinanze. Ovviamente nessuno battè ciglia. Il sovrabbanco ormai va oltre le 9 mila tonn. dichiarate, lo si sta rimuovendo con ditta esterna ma molto lentamente perchè ad esso si aggiunge il rifiuto quotidiano perchè abusivamente non si ottempera all'ordinanza provinciale ed alle prescrizione della Regione. Si può ben insistere sulla tariffa unica, noi insieme ad altre associazioni lo facciamo da oltre sei anni, ma oggi i comuni più attivi sono arrivati al superamento della discarica e la raccolta viene differenziata anche con le macchine ed per questo motivo che l'adottando Piano Regionale dei Rifiuti già fa acqua e non solo per questo aspetto. Prima di chiudere ricordiamo come la discarica abbia inquinato le acque sotterranee ed anche per questo sappiamo a chi dare la responsabilità. Finalmente si è potuto determinare con certezza, dopo oltre 4 anni di palleggiamento, e grazie all'Arpab che la discarica di Matera ha inquinato le falde o le acque sotterranee. Ci sono voluti, poi, ben sei mesi affinchè a fronte delle prescrizioni impartite dalle autorità sanitarie miranti a tutelare la salute pubblica fosse emessa da parte del Sindaco l'ordinanza contingibile ed urgente- eufemismo-ed oggi vige il divieto di emungimento e di utilizzo delle acque sotterranee che insistono intorno alla discarica. Risolutiva in questo caso è stata la lettera della Regione Basilicata che ha intimato il Comune a procedere altrimenti sarebbero stati applicati i poteri sostitutivi. Morale della favola – conclude Abiusi – comprereste un'auto usata dalla amministrazione comunale di Matera?”.
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