“La Basilicata continua ad essere la Regione che fa registrare dati economici, ambientali, infrastrutturali e della qualità della vita non positivi. Serve un cambio di passo sulle politiche del lavoro, del welfare e dell’uso delle risorse pubbliche”
“In queste ultime settimane, quelle di fine anno 2015 e queste d’inizio 2016, non ultima la conferenza stampa del Presidente Pittella, stiamo assistendo a dichiarazioni, commenti e valutazioni sui temi del lavoro e dello sviluppo più in generale, con una forte accentuazione sull’evento di fine anno di Rai 1 a Matera. Acquisito che sotto tutti i punti di vista Matera capitale della cultura 2019 è un fatto fortemente positivo e che bisogna continuare con la strategia di valorizzazione e promozione dell’intero territorio regionale, credo sia onesto e necessario evitare esaltazioni ed enfasi oltre che assegnare a Matera un ruolo salvifico per il futuro della intera Regione, caricandola di una responsabilità oltre il necessario”. E’ quanto sostiene il consigliere regionale Giannino Romaniello (Gm).<br /><br />“Purtroppo, la Basilicata – prosegue Romaniello – continua ancora ad essere la Regione che fa registrare dati sociali, economici, ambientali, infrastrutturali e della qualità della vita assolutamente non positivi non solo in assoluto, ma anche in rapporto alle altre regioni, a partire da quelle del mezzogiorno. Ne cito solo alcuni: a) una disoccupazione pari a circa il 15%, identica a quella del 2001, con quella giovanile pari al 46 %; 16 punti percentuali in più rispetto al 2007; b) un tasso di occupazione pari al 47,2% circa, uguale a quello del 2010 ed inferiore a tutti quelli degli anni dal 2000 al 2009. Fra le regioni meridionali siamo avanti solo alla Calabria, Campania e Sicilia; c) sul tema rifiuti registriamo il 27% di raccolta differenziata, ben 8 punti percentuali sotto la media del mezzogiorno e siamo l’unica regione d’Italia ad avere zero impianti di compostaggio, inoltre, si conferisce in discarica oltre il 57% dei rifiuti; d) un sistema idrico con perdite del 36-40% e una popolazione servita da impianti di depurazione pari a circa il 65%, con effetti sul sistema di accumuli sotto l’aspetto d’inquinamento ambientale che tutti possiamo immaginare; d) società dell’informazione: solo il 54% delle famiglie ha l’accesso ad internet, ultima regione d’Italia; solo lo 0,01% della popolazione ha l’ultra banda larga, siamo gli ultimi in Italia insieme a Molise e Sardegna; anche per quanto riguarda la percentuale delle imprese con più di 10 addetti, (figuriamoci quelle con meno) che dispongono della banda larga, siamo fra le ultime regioni, siamo avanti solo alla Calabria; e) la percentuale degli addetti nel comparto ricerca ed innovazione in rapporto alla popolazione è la più bassa d’Italia come pure la partecipazione ai processi di formazione delle persone occupate (formazione continua). Dati quest’ultimi che fanno il paio, anzi sono causa del basso tasso di competitività delle imprese e di interi territori. Per ultimo va ricordato che prosegue il processo di spopolamento della Regione tanto da essere rimasti meno di 575.000 al 31 luglio 2015”.<br /><br />Per l’esponente del Gruppo misto “non c’è da rallegrarsi di fronte a questi dati, ve ne sono anche altri negativi. Non basta pertanto la volontà a volerla mettercela tutta del Presidente Pittella, serve un vero cambio di passo e di scelte sulle politiche del lavoro e del welfare, come pure nell’uso delle risorse pubbliche a partire da quelle comunitarie che vanno allocate nei territori e nei settori all’interno di una strategia, una visione generale capace di dare una idea di regione che si vuole, una direzione unitaria delle politiche di sostegno e qualificazione dello sviluppo. Basta cementificazione, progetti faraonici. Servono più investimenti su infrastrutture capaci di portare a sistema quelle esistenti, più interventi per la salvaguardia ambientale e del territorio. I fondi 2014-2020 – conclude Romaniello – sono il banco di prova per tutti: politica, imprese, comunità locali, ma prima di tutto per chi, la Regione, è chiamata a programmare fuori da logiche nefaste di costruzione del consenso, causa dell’attuale situazione sociale ed economica della comunità lucana”.<br />