CSAIL SU FIAMMATA AL COVA DI VOGGIANO

La “fiammata d Ferragosto” al Cova di Viggiano, nonostante l’Eni avesse messo in guardia sugli effetti della ripresa degli impianti, tentando di sminuire la situazione come ha fatto del resto ogni qualvolta si è ripetuto il fenomeno, riaccende la sfiducia tra le popolazioni della Val d’Agri che pure erano pervase da grandi aspettative dopo l’inchiesta giudiziaria e le prescrizioni tecniche disposte dai magistrati. Lo afferma una nota del Csail a firma del portavoce Filippo Massaro.
La “fiammata” dopo le tante belle promesse – aggiunge – ci fa tornare alla realtà e rischia di vanificare gli sforzi dei tanti nostri operatori della ricettività alberghiera, della ristorazione e dell’accoglienza dei turisti che hanno visto a Ferragosto tornare comitive di clienti alimentando nuove speranze. Evidentemente – dice Massaro – si è proceduto con approssimazione e con fretta, tra l’altro sottovalutando il periodo ferragostano che avrebbe meritano una pausa nei programmi dell’Eni tesi a recuperare il tempo perduto senza però valutare con attenzione l’effetto, come ha dimostrato l’aria irrespirabile nell’area industriale di Viggiano che è comunque luogo di interesse per tanti turisti. Un colpo inferto all’immagine del Parco Nazionale Val d’Agri che è frequentato da turisti che vogliono la natura, l’ambiente incontaminato e la genuinità dei nostri prodotti alimentari. 
Per il Csail c’è una coincidenza che dovrebbe far riflettere con maggiore attenzione Regione, Arpab, politici: l’annuncio del Ministro dell’Ambiente Galletti che il Cipe, con il via libera alla programmazione 2014-2020 dei Fondi Sviluppo e Coesione ha sbloccato quasi due miliardi di euro all'Ambiente, di cui oltre 800 milioni destinati alle bonifiche dei Siti d'interesse nazionale e delle discariche. Ebbene – commenta Massaro – al di là della dichiarazione di principio sulla volontà del Governo ad investire sulla sicurezza ambientale e sulla corretta gestione delle risorse naturali come presupposto per una crescita armonica dell'Italia, da Nord a Sud, non risulta un progetto specifico per la Val d’Agri che al pari dell’Ilva di Taranto e di tanti siti nazionale da bonificare necessita di un investimento ad hoc.
Il nuovo assessore all’Ambiente Pietrantuono e la “nuova” Arpab battano un colpo manifestando concretamente la completa autonomia di giudizio in merito alle prescrizioni annunciate-attuate dall’Eni. La gente della Val d’Agri è stanca dei continui rinvii e della continua ripetizione che “niente sarà come prima” perché invece si rischia che sia “peggio di prima”.
b3

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