Forza Italia: rilanciare ruolo e azione Ateneo lucano

Illustrata nel corso di una conferenza stampa dai consiglieri di Forza Italia, Michele Napoli e Paolo Castelluccio, la mozione il cui tema è inerente la crisi dell’Università degli Studi della Basilicata e che domani sarà presentata in Consiglio regionale

&nbsp;Il capogruppo consiliare di Forza Italia, Michele Napoli, ha subito chiarito che &ldquo;la mozione non vuole essere un atto di accusa nei confronti dell&rsquo;Universit&agrave; che, anzi, deve assumere a tutti gli effetti il suo ruolo di volano di crescita della regione. Tant&rsquo;&egrave; che il documento &ndash; ha spiegato Napoli &ndash; sar&agrave; argomento di un incontro per illustrare il &lsquo;pacchetto di proposte&rsquo; di Fi, incontro che auspichiamo di avere a breve con la Magnifica Rettrice, Aurelia Sole, proprio per aver modo di parlare in merito al futuro dell&rsquo;Ateneo lucano, esprimendo le nostre proposte e le nostre idee come gruppo consiliare, proposte e idee che trovano ragion d&rsquo;essere nei soli dati certi e inequivocabili forniti dai report della Banca d&rsquo;Italia e frutto dell&rsquo;informazione diretta del Ministero dell&rsquo;Istruzione, Universit&agrave; e Ricerca scientifica&rdquo;.<br /><br />&nbsp;&ldquo;Porre in essere iniziative dirette a rilanciare il ruolo e l&rsquo;azione dell&rsquo;Ateneo lucano &ndash; questa la proposta del gruppo – favorendo una maggiore coerenza tra l&rsquo;insediamento universitario e le vocazioni economiche del territorio, con l&rsquo;istituzione di nuovi corsi di laurea, e consentendo al nostro Ateneo di sviluppare un proficuo dialogo con i settori produttivi dotati di maggiore capacit&agrave; espansiva, con ci&ograve; garantendo ai giovani lucani l&rsquo;acquisizione delle migliori competenze necessarie per un pi&ugrave; agevole loro inserimento nel mondo, tamponando il fenomeno di &lsquo;fuga&rsquo; verso altre Universit&agrave;&rdquo;.<br /><br />&ldquo;La formazione di capitale umano qualificato e la realizzazione di un percorso di valorizzazione dei saperi si prospettano come fattori fondamentali all&rsquo;origine della crescita economica e sociale di un territorio &ndash; &egrave; esplicitato nella mozione &ndash; e la sinergia tra centri di ricerca pubblica e privata ed apparati produttivi, nell&rsquo;attuale dimensione globale dell&rsquo;economia &egrave; divenuta strumento essenziale per una maggiore competitivit&agrave; delle imprese, conformemente alle linee di indirizzo dettate dalla &lsquo;Strategia Europa 2020&rsquo; e dall&rsquo;Accordo di partenariato stipulato dall&rsquo;Italia con l&rsquo;Unione europea relativamente alla programmazione dei fondi strutturali 2014-2020. Il sapere e la ricerca scientifica rappresentano il motore del cambiamento &ndash; &egrave; sottolineato nel documento &ndash; e occorre assicurare efficacia e slancio all&rsquo;attivit&agrave; degli atenei per consentire ai giovani le migliori prospettive occupazionali e alle aziende maggiori possibilit&agrave; di competitivit&agrave; sui mercati&rdquo;.<br /><br />&ldquo;L&rsquo;attuale &lsquo;stato di salute&rsquo; dell&rsquo;Universit&agrave; degli Studi della Basilicata &ndash; ha fatto rilevare Napoli &ndash; &egrave; tutt&rsquo;altro che soddisfacente come testimoniato dall&rsquo;annuale indagine de &lsquo;Il Sole 24 Ore&rsquo; che, nell&rsquo;edizione 2015, ha attribuito all&rsquo;Ateneo lucano la posizione n. 43 nella classifica generale delle universit&agrave; italiane stilata sulla base del monitoraggio di 61 atenei statali del Paese. Questi alcuni dati di fonte Bankitalia e Miur &ndash; ha specificato Napoli &ndash; tra i pi&ugrave; significativi: l&rsquo;Unibas si colloca alla 55esima posizione su 61 atenei statali per il criterio della &lsquo;sostenibilit&agrave;&rsquo; ( numero medio di docenti di ruolo nelle materie di base), 47esima posizione per &lsquo;dispersione&rsquo; (percentuale di immatricolati che si riscrivono al secondo anno nello stesso ateneo), 51esima per &lsquo;occupazione&rsquo; (percentuale di studenti occupati ad un anno dal conseguimento del titolo), 40esimo per &lsquo;ricerca&rsquo; (0,3 studenti di dottorato ogni mille abitanti). Quanto alle iscrizioni, tra l&rsquo;anno accademico 2007-2008 e il 2013-2014 il calo di immatricolazioni &egrave; a dir poco &lsquo;preoccupante&rsquo; passando da 4029 unit&agrave; a 3.148 unit&agrave; (meno 21,9 per cento, rispetto ad una media nazionale del meno 13,2). Una tendenza negativa che &ndash; ha aggiunto Napoli &ndash; non si pu&ograve; considerare invertita in maniera significativa alla luce dei dati forniti dall&rsquo;Ateneo lucano, che non contestiamo in attesa della validazione, secondo cui tra l&rsquo;anno accademico 2014-2015 e il 2015-2016 l&rsquo;incremento di immatricolazioni &egrave; di appena 43 unit&agrave;. Altro dato allarmante: solo il 24,3 per cento degli studenti lucani si iscrive ad Unibas a fronte di un dato nazionale di iscrizioni in atenei della stessa regione pari a 78,5. Ci&ograve; &ndash; ha sottolineato il capogruppo di Fi &ndash; determina l&rsquo;impoverimento delle famiglie lucane costrette a destinare parte rilevante dei propri redditi al sostegno economico dei propri figli che frequentano atenei fuori regione. Inoltre, per troppi giovani &egrave; una sorta di &lsquo;area di parcheggio&rsquo;. La percentuale dei fuori corso &egrave; pari al 54 per cento&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Per superare una tale situazione &ndash; ha riferito Napoli – tra le azioni sollecitate alla Giunta regionale, in sintonia con gli organi universitari, l&rsquo;istituzione di nuove facolt&agrave; per affermare una &lsquo;specificit&agrave; di studio&rsquo; che tengano conto delle vocazioni del nostro territorio e dei distretti produttivi e che, quindi, si occupino di ricerca e formazione nell&rsquo;ingegneria mineraria (distretto energetico Val d&rsquo;Agri), automotive (Fca Melfi e altro), agroalimentare, turismo, medicina oncologica (rilanciando.l&rsquo;attivit&agrave; dell&rsquo;Ircss-Crob di Rionero)&rdquo;.<br /><br />Per il consigliere Castelluccio &ldquo;non bastano nuovi iscritti ad Agraria per esprimere soddisfazione su una facolt&agrave; che ha un ruolo importante da svolgere al servizio dell&rsquo;agricoltura di qualit&agrave; e non tiene conto di quanto accade di innovazione e moderno nel Metapontino. E allora &ndash; ha chiesto &ndash; perch&egrave; non delocalizzare Agraria presso il Centro Pantanello di Metaponto che diventer&agrave; sede Alsia e che, invece, pu&ograve; riprendere l&rsquo;attivit&agrave; di ricerca ex Metapontum Agrobios e utilizzare il borgo di Metaponto per servizi di ricettivit&agrave;? Siamo vicini agli studenti lucani che una volta laureati non riescono a trovare occupazione e alle famiglie che si privano dal patrimonio principale, i figli, che vanno fuori e non rientrano&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Tra il 2008 e il 2014 l&rsquo;Unibas &ndash; hanno rimarcato Napoli e Castelluccio – ha perso oltre 4 milioni di euro di quota del Fondo di finanziamento ordinario del Miur mentre pu&ograve; contare su 10 milioni l&rsquo;anno di derivazione delle royalties petrolifere. La questione &ndash; ha affermato Napoli &ndash; &egrave; di integrare fondi pubblici con quelli privati derivanti da commesse per la ricerca. Con una Universit&agrave; pienamente inserita e protagonista della crescita regionale si eviterebbe, evidentemente, la migrazione di un alto numero di giovani in et&agrave; universitaria che comporta per la Basilicata notevoli diseconomie per tutte le attivit&agrave; destinate a fornire beni e servizi a tale fascia di popolazione, con la conseguenza di un ulteriore impoverimento del tessuto sociale ed economico. Il gran numero di laureati lucani fuori regione e che non fa pi&ugrave; ritorno nella propria terra di origine comporta la perdita di una gran parte delle risorse intellettuali. Dati sconfortanti &ndash; ha continuato &ndash; quelli relativi alla percentuale di laureati compresa tra 30 e 34 anni fatta registrare dalla Basilicata nell&rsquo;anno 2014, pari al 19, 8 per cento a fronte di una media nazionale del 23,9. Per effetto di questo ultimo dato &ndash; ha sottolineato il consigliere – la nostra regione (insieme con Campania, Sicilia e Sardegna) si colloca nelle ultime dieci fra le 272 regioni d&rsquo;Europa per popolazione giovane laureata. Una bassa percentuale nella fascia di et&agrave; compresa tra 30 e 34 anni ha un impatto fortemente negativo sulle competenze medie della forza lavoro e, di conseguenza, sulla produttivit&agrave; e competitivit&agrave;, &egrave; bene ribadirlo, delle imprese, oltre a rappresentare un notevole freno ai processi di mobilit&agrave; sociale&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Altro dato esemplificativo &ndash; ha detto ancora Napoli – della scarsa forza attrattiva dell&rsquo;Unibas &egrave; la percentuale degli studenti stranieri iscritti: sono 48 (31 uomini e 17 donne) e rappresentano appena lo 0,1 per cento del totale degli stranieri iscritti negli atenei italiani che, in termini assoluti, sono 71.366 (fonte Istat anno di riferimento 2014). Alla luce di quanto emerso dalla nostra ricerca e dai preziosi dati di Bankitalia, del Miur e Sole 24 Ore, confortati anche dall&rsquo;Istat, appare pi&ugrave; che evidente come l&rsquo;Universit&agrave; degli Studi della Basilicata abbia bisogno di una netta inversione di tendenza. La politica dal canto suo, faccia appieno il suo ruolo, ponendo sulla stessa lunghezza d&rsquo;onda e facendo incontrare, grazie all&rsquo;offerta questa volta all&rsquo;avanguardia di un Ateneo ora in fase di stallo, ricerca e territorio, bisogni e iniziative. Occorre, di fatto, fornire gli strumenti adatti affinch&egrave; i giovani trovino nella loro regione la possibilit&agrave; di esprimere il proprio potenziale, contribuendo in maniera determinante a creare ricchezza grazie alla loro capacit&agrave; intellettiva e in virt&ugrave; delle tante opportunit&agrave; che possono esprimere con una intelligenza ricca, altres&igrave;, di inventiva&rdquo;.<br />&nbsp;

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