Cia su cattedra Paesaggio culturale presso sede Unibas Matera

Un contributo al progetto dell’Unesco riferito all’istituzione della Cattedra del Paesaggio Culturale presso la sede di Matera dell’Unibas viene dalla Cia e nello specifico dal protocollo d'intesa siglato tra Agrinsieme (cui aderisce la Cia) e AIAPP (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio) con gli obiettivi di riorganizzare il territorio urbano, sviluppando le opportunità offerte dall'integrazione tra agricoltura e architettura in un'ottica di riduzione delle emissioni, di sostegno al "city farming" e, soprattutto, di tutela dell'ambiente e del paesaggio contro incuria, degrado e cementificazione selvaggia. Tutto – spiega una nota diffusa da Cia Basilicata –  con un unico fine: "Sostenere l'importanza del verde in relazione all'ambiente, al benessere e alla salute delle persone, nonché allo sviluppo economico che ne può derivare anche in chiave di green economy perché cultura e paesaggio sono strettamente connessi tra loro”.
La realtà, infatti, è che oggi i nuovi stili di vita e le emergenze ambientali impongono di concepire in modo nuovo gli spazi, dando al verde un ruolo diverso che non è più solo "ornamentale", ma diventa "strutturale". Per raggiungere questo obiettivo, l'agricoltura sta promuovendo -e vuole farlo ancora di più e meglio- una nuova sinergia con l'architettura del paesaggio, lavorando a soluzioni innovative, dove l'elemento naturale si insinua anche negli spazi delle costruzioni urbane. Nascono così, per esempio, gli orti verticali, i muri e i tetti vegetali, i "garden roof", ma anche la vegetazione ripariale dei corridoi fluviali. Ovvero "nuove forme del verde che scaturiscono dalla ricerca del più recente florovivaismo specializzato in tandem con l'architettura più sensibile all'aspetto ambientale delle costruzioni -spiega Dino Scanavino, presidente nazionale della Cia . Soluzioni sempre più necessarie, visto che in Europa negli ultimi anni c'è stato un aumento delle superfici artificiali del 5% e l'Italia è proprio uno dei paesi più antropizzati dell'Ue con un tasso di cementificazione del 7,4% che, come i dati Ispra testimoniano, non è diminuito neanche in tempo di crisi economica".
Di fronte a tutto questo, il sostegno e la promozione del verde in tutte le sue accezioni (verde storico, ville monumentali e giardini di pregio, verde per attività ricreative e aree sportive, aree di complemento urbano e di arredo, orti urbani, parchi e forestazione urbana, viali e alberature) è una scelta sostanziale che "porta con sé nuovi posti di lavoro" -oggi il settore florovivaistico conta oltre centomila addetti che rappresentano più del 10% degli occupati agricoli complessivi- ma soprattutto "molteplici vantaggi, che vanno dalla riduzione del delta termico e delle polveri sottili al forte rallentamento delle acque piovane, fondamentale in un Paese come il nostro dove il rischio idrogeologico coinvolge ben 6.633 comuni", osserva Scanavino.
Ma è sulla questione climatica che tocca insistere: nelle città in cui la presenza di materiali da costruzione come il cemento assorbono grandi quantità di radiazione solare, sono proprio le piante, gli arbusti e gli alberi che contribuiscono a mitigare l'effetto isola di calore, grazie all'effetto ombreggiante della vegetazione, al raffreddamento derivante dai processi di traspirazione delle piante e direttamente grazie all'energia solare assorbita dalle piante per le sue funzioni vitali. Alcuni studi (Enea) dimostrano che l'effetto di mitigazione può raggiunge anche i 7-8 °C di differenza tra una zona a radiazione diretta e nelle zone nelle immediate vicinanze delle alberature.
Insomma "il verde -evidenzia il presidente della Cia- aumenta la vivibilità dentro e fuori le mura cittadine, svolgendo una triplice funzione. Da una parte contiene gli effetti dello smog, responsabile dell'11% dei casi di aggravamento di asma dei bambini e del 18% dei problemi acuti negli anziani affetti da problemi respiratori, dall'altro il verde pubblico può essere adibito alle coltivazioni a uso domestico con gli orti urbani, anche in un'ottica di difesa della biodiversità. In questo modo non solo si dà un sostegno alle famiglie, ma si salvaguarda il paesaggio sottraendo all'incuria e al degrado terreni spesso lasciati incolti e abbandonati. Infine, è un fattore capace di aumentare la vivibilità dei centri urbani, considerato l'effetto benefico che il verde ha anche da un punto di vista psicologico per i cittadini".
Per questo motivo oggi Agrinsieme promuove questo stretto legame tra architettura del paesaggio e florovivaismo -sostiene Scanavino-. Porre il problema del verde è la piattaforma programmatica più adatta per dare valore all'agricoltura multifunzionale e a quell'indispensabile rapporto che deve esistere tra innovazione e sapere agricolo, tra tecnologia e ricerca e rispetto dell'ambiente.

BAS 05

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