Comune Mt, Trombetta (Pd): per il 2 luglio non c'è boom di turisti

 Siamo ormai a pochi giorni da quello che è da tutti considerato come il “giorno più lungo dei materani”: il 2 luglio, la Festa della Bruna. Quest’anno siamo alla edizione numero 627, la seconda da “Capitale Europea della Cultura per il 2019”. Non che io voglia mischiare il sacro con il profano, ma l’occasione è particolarmente propizia per tastare il polso della città rispetto a quel percorso che l’intera comunità sta svolgendo verso il fatidico 2019. Volendo scorrere i dati riportati da uno dei più importanti siti web dedicati al turismo, ho constatato che per il week end del 2 luglio solo il 60% delle strutture ricettive materane risulta interamente occupato, il resto ha posti liberi".  Lo afferma, in un comunicato stampa, Nicola Trombetta, consigliere comunale di Matera della minoranza. 
"Siamo ben lontani dal tutto esaurito registrato in più occasioni negli anni scorsi compreso l’ultimo ponte del 2 giugno. Ora senza voler scomodare tutte le teorie standard legate ai ragionamenti dei visitatori verso le sedi di maggior attrazione turistica, credo che per la città di Matera debbano valere logiche di discussioni completamente diverse. La conquista del titolo di Capitale Europea della Cultura ha offerto alla nostra città un’occasione irripetibile quanto a visibilità e a riconoscibilità innanzitutto sul versante turistico. Una occasione però che non è data in assoluto e per sempre. E’ necessario lavorare e dare continuità agli impegni che abbiamo assunto con il programma contenuto nel dossier. Come è successo costantemente negli anni in cui si è sviluppato il percorso di candidatura. In quegli anni mentre in Italia e nel mezzogiorno il turismo e le relative prenotazioni languivano, a Matera si registrava un fenomeno straordinario: numeri di incremento percentuale a due cifre, alberghi e strutture ricettive sempre piene e poi l’esplosione dei mesi successivi alla proclamazione della città quale capitale europea della cultura. Anche la Festa patronale del 2 luglio era divenuto un appuntamento straordinario per visitare e soggiornare a Matera considerato che si tratta della più importante festa religiosa e culturale della regione e certamente uno dei momenti culturali più significativi e di grande visibilità per Matera. Quest’anno poi il calendario offriva una grande occasione: il 2 luglio di sabato con la possibilità di offrire un lungo week end attraverso l’organizzazione di tante iniziative. E invece? Dove sono i visitatori? Cosa ne sa il mondo della nostra Festa? A queste domande ho provato a darmi delle risposte. O meglio ho, ancora una volta, constatato che a quasi 2 anni dalla conquista del “titolo” tutto sembra essersi fermato sia fuori che all’interno delle mura cittadine. Naturalmente non ho alcuna intenzione di attribuire responsabilità né alla Chiesa né tanto meno al Comitato organizzatore, che al contrario negli ultimi anni hanno rinvigorito, con la loro azione di promozione e coinvolgimento, la partecipazione dei materani e la proiezione esterna alla stessa. Sembra invece completamente assente in un contesto così significativo l’azione promozionale dell’Amministrazione Comunale e quello della Fondazione 2019 che appaiono aver smarrito qualsiasi funzione nel percorso “open future” che la città aveva intrapreso nel suo ruolo di “città candidata”. Oggi in città, figuriamoci fuori dalle mura, non c’è una traccia, non ci sono eventi culturali che si richiamino alla conquista del titolo di Capitale Europea della Cultura. La Fondazione e il Governo cittadino vivono in una situazione di veti incrociati e nella incapacità di fornire visioni, prospettive, futuro appunto come recita lo slogan che ha vinto la competizione europea. E non riescono a porsi alla guida della comunità con azioni concrete che, spesso, dovrebbero semplicemente comportare l’attuazione dei progetti già “lasciati nei cassetti”. Che fine hanno fatto i concetti e i progetti tanto apprezzati, dalla Commissione giudicatrice del titolo di Capitale Europea della Cultura, di “cittadinanza culturale” e di “open culture”, che avrebbero dovuto tracciare le linee guida per la città nei prossimi anni? Perché non si è avviato quel percorso di coinvolgimento culturale nella nostra città, nei giovani residenti e di quelli che vengono o ritornano a Matera con bagagli di esperienze utili alla crescita dell’intero territorio? Nel dossier approvato dell’Unione europea (e in precedenza condiviso da tutti gli enti locali) si parla espressamente di 52 milioni di euro da destinare alla realizzazione della programmazione culturale, e di circa 650 milioni di euro destinati alle spese in conto capitale, per gli interventi sulla città e l’area circostante: infrastrutture, trasporti, rigenerazione urbana, energia, agenda digitale, eccetera. Dopo un anno, paginate di giornali e pomposi annunci a quale risultato giungiamo? Giungiamo al risultato che nel giorno più lungo di Matera, il 40% dei posti letto della città sono liberi. Situazione impensabile se ci fosse stata una corretta gestione e programmazione dal titolo di Candidatura in poi. E’ certo che l’incapacità di uscire dalla paralisi nei rapporti tra la Fondazione e l’Amministrazione comunale stanno producendo danni enormi all’economia e allo sviluppo culturale di un intero territorio. Ed è bene ricordare agli amministratori comunali che la Fondazione Matera2019 non è il nostro nuovo nemico ma la nostra più bella creatura, strumento fondamentale per lo sviluppo delle azioni programmate e in cui la città è presente in modo non marginale. L’auspicio è che in queste ore possano aumentare le prenotazioni nelle strutture ricettive materane in linea con quanto accaduto negli anni passati".
bas04

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