Per il capogruppo del Centro democratico: “Una sola Soprintendenza per la Basilicata penalizza Matera e i programmi al 2019”
“La nuova articolazione territoriale delle Soprintendenze illustrata ieri dal ministro Franceschini che prevede una sola Soprintendenza per la Basilicata con sede a Potenza, di fatto sguarnisce la città di Matera proiettata al 2019 di un presidio importante (la precedente Soprintendenza ai Beni Storici Artistici e Paesaggistici) e risponde solo a logiche di risparmio”. E’ il pensiero del consigliere regionale del Centro democratico, Nicola Benedetto.<br /><br />“Non a caso i parametri scelti dal Ministro – numero di abitanti, consistenza del patrimonio culturale e della dimensione dei territori – sono gli stessi che penalizzano da tempo la ‘piccola’ Basilicata con la chiusura di numerosi uffici statali. Nelle scelte condivise dal premier Renzi – che ieri ha ‘festeggiato’ la Capitale Italiana 2016 della Cultura rinviando la sua visita nella Capitale Europea 2019 – c'è un'altra forte sottovalutazione del nostro patrimonio culturale: l'istituzione di dieci nuovi istituti autonomi, di cui il 50 per cento nel Lazio. Ciò dimostra che quando si vuole i soldi si possono trovare nei capitoli di bilancio statale mentre per Matera dovrebbero bastare 28 milioni in quattro anni (grazie a fondi europei), di cui solo 2 milioni quest'anno, senza Soprintendenza e senza nuovo personale. E' evidente – continua Benedetto – che non possono bastare i fondi regionali: nella legge regionale di Stabilità approvata dalla Giunta in vista della sessione di bilancio troviamo, all’articolo 9, per il 2016 solo 700mila euro a favore della Fondazione Matera 2019 di cui 500mila per spese di funzionamento e 200mila per attuare il programma di attività, a fronte del milione 200mila euro iscritti nell’esercizio finanziario 2015. Se vogliamo passare – aggiunge Benedetto – da ‘Con la cultura non si mangia’ (Giulio Tremonti, potente ministro dell’Economia del governo Berlusconi) a ‘con la cultura si mangia’ convinzione che si sta affermando da qualche tempo nel Paese – il valore economico dell’industria della creatività è pari a 47 miliardi di euro, ovvero il 2,9 per cento del Pil; notevole anche il numero degli occupati pari a 1 milione – bisogna investire di più in risorse finanziarie, umane e strutturali specie nel Sud e non solo a Pompei, Caserta ed Ercolano”.<br />