Il presidente della Provincia di Potenza è stato ascoltato dai componenti della Prima Commissione consiliare permanente del Comune di Potenza. Tema dell’incontro, fa sapere l'ufficio stampa del Comune – lo Statuto provinciale e il redigendo nuovo Statuto comunale. Nell'incontro è stato evidenziato che “il Piano strutturale provinciale abbia integralmente recepito il Piano strutturale metropolitano secondo una visione più ampia”, aspetto richiamato per evidenziare come “la collaborazione tra i due Enti abbia prodotto virtuosi percorsi condivisi. Sulla scorta del lavoro svolto dalla Provincia – è stato detto ancora – anche il Comune potrà adottare opportuni provvedimenti atti a licenziare uno Statuto in linea con la normativa vigente e in grado di rispondere al meglio alle esigenze dell’Ente e quindi dei cittadini”. “La Provincia è oggi espressione dei Comuni. Ci troviamo ad affrontare una realtà che vede annunciare riforme senza che ci si occupi di quanto le stesse riforme comportino. Unico elemento positivo della riforma che ha riguardato le Province – ha spiegato il presidente della Provincia di Potenza – è quello che le ha poste tutte nella medesima condizione, con quella di Lecco costretta a chiudere il liceo classico della città lombarda, quella di Biella che chiede il pagamento del riscaldamento nella scuola alle famiglie, quelle piemontesi costrette tutte a una situazione di predissesto". "Abbiamo licenziato uno Statuto abbastanza snello con 8 titoli e 54 articoli, ritenendo che più articolato è uno strumento legislativo di un Ente, tanto più ingessato risulta il funzionamento. Siamo un Ente di ‘area vasta’, dotato di una propria autonomia, ma di secondo livello, per quanto concerne il corpo elettorale. Stazione unica appaltante, stazione unica concorsuale per il pubblico impiego, diverse le funzioni che rimangono assegnate al nostro Ente, oltre a quelle che deteniamo su delega regionale. Tra le altre situazioni paradossali ci troviamo con metà del personale in esubero, 354 eccedenze in organico dall’8 aprile 2014, ma continuiamo a pagare tutti gli stipendi, così come ci troviamo a non poter spendere 200 milioni di investimenti che al momento risultano bloccati dal ‘Patto di stabilità’. Se non servono le Province sarebbe preferibile cancellarle piuttosto che ‘asfissiarle’, lasciandole al più totale abbandono. Il punto centrale del nuovo Statuto provinciale è il ‘territorio’. L’Articolo 5 definisce il ruolo del capoluogo nel quale si accentrano funzioni e rappresentatività, una città concepita e sviluppata come centro di aggregazione di servizi, realtà che sarà ancora più presente nel futuro prossimo. Riguardo ai trasporti volendo soffermarci sulla situazione di Potenza è bene sapere che quotidianamente raggiungono il capoluogo dalle 4 porte d’accesso, 38.000 persone. 188 sono i pullman che entrano nei confini cittadini nelle 24 ore, i 2/3 dei quali nelle ore di punta. Quindi attenzione a sostenere tesi fantasiose rispetto all’interscambio col trasporto pubblico locale. L’articolo 7 rappresenta la vera novità, con gli ‘ambiti ottimali’ stabiliti con la definizione delle 4 aree omogenee: Vulture – Alto Bradano, Potentino, Val d’Agri e Lagonegrese-Senisese. Per quello che riguarda gli organi della nuova Provincia, gli elementi caratterizzanti le funzioni che sono chiamate ad adempiere vanno evidenziate l’indirizzo, la programmazione, le verifiche dell’avanzamento dei programmi, il controllo, il tutto anche grazie al supporto dell’assemblea dei Sindaci. Concludendo – ha terminato – il vulnus principale che siamo chiamati ad affrontare, in un contesto europeo che vede 19 delle 29 nazioni fondarsi sul sistema delle Province, resta l’impossibilità di organizzare un governo, di fatto rendendo ingovernabili i processi, in primis quello della stessa riforma”.
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