"Ha ragione il Presidente Pittella quando dice che il dibattito non sempre è all’altezza della situazione, perché la transizione politica non è ancora terminata. La politica lucana adesso è chiamata ad una nuova prova del nove: l’arrivo a Viggiano di 250 operai dipendenti dell’impianto di raffineria Eni di Gela. Le prime avvisaglie venute dai sindaci della Val d’Agri non lasciano presagire certamente che il dibattito crescerà in qualità, tono e proposta". Lo dichiara Giuseppe Potenza, segretario regionale Dc-Libertas.
"E’ più facile fare propaganda e dire che il lavoro deve essere dei lucani che attrezzarsi per un confronto a tutto campo con l’Eni e con il Governo".
"Chiamare in causa il Governo – afferma – non deve però essere un modo per allontanare responsabilità proprie in un Paese come il nostro dove la responsabilità è sempre di qualcun altro. Deve essere l’occasione per fare passi in avanti sul piano della “concertazione petrolio” come è già accaduto con il pre-accordo con il Mise e la cancellazione della card carburanti per venire incontro all’emergenza sociale che si chiama povertà delle famiglie. E allora se l’Eni in Sicilia è impegnato a trasformare l’impianto di Gela in una bioraffineria, dopo l’accordo sottoscritto nei mesi scorsi con il Mise, ecco la necessità di richiamare la società petrolifera e il Governo a dare conto dei progetti lucani relativi alla ”chimica verde”, questi sì in grado di garantire un numero maggiore di posti di lavoro e a tempo decisamente più prolungato. Si sforzi la politica lucana ad elevare la proposta in direzione della mozione approvata ieri in Consiglio Regionale significativamente con soli 2 voti contrari a testimonianza che sul petrolio si può fare insieme perché il futuro della nostra regione non dipende solo dal petrolio ma sicuramente il presente dipende da come si impiegano da subito le royalties del petrolio".
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