L'attore Ulderico Pesce risponde al consigliere Gianni Rosa

Per il lavoro della mia Compagnia erano previsti soli 5.000 euro lordi e non 627.000 euro

Gianni Rosa è Minoranza politica ed esercita un suo diritto nel controllare gli Atti pubblici. Ritengo sia anche un suo dovere. Come è suo dovere politico, nel caso intravveda errori nella gestione dei fondi pubblici far vedere a chi legge quale sia la strada corretta e fruttuosa. E allora qualche mese fa gli sembrava una manovra clientelare aver portato la mia compagnia teatrale ad Expo in cambio di 8mila euro nette. La sola Nuova Basilicata ne parlò in prima pagina. Risposi che eravamo sette persone coinvolte per quattro giorni, comprensivi di viaggi, vitto, alloggio, con assicurazioni e paghe per le persone, insomma feci capire che addirittura c’era il rischio di rimetterci. Si quietarono gli animi.
Ieri tornavo dalla Sardegna, dove ho presentato il nuovo lavoro coprodotto con il Teatro Stabile di Sardegna, e mi arrivava notizia di un nuovo attacco di Rosa a cui fa eco, di nuovo, la sola Nuova Basilicata. A tarda sera recupero l’articolo. E’ riportato un comunicato stampa di Gianni Rosa ma nel mettere assieme il pezzo, l’articolista fa una confusione infernale. Il titolo: “Spesi altri 627mila euro per alimentare il sistema clientelare con spettacoli e mostre”, poi la mia foto e un occhiello in cui si dice: “Ennesimo finanziamento all’attore Ulderico Pesce”. Il genio che ha messo assieme queste due informazioni forse, inavvertitamente, non capisce che chi legge un titolo simile comprende che ricevo 627mila euro. Ma lasciamo stare questo. Poteva dire che per la mia Compagnia era previsto un compenso di sole 5mila euro lorde? Poi l’articolo si sviluppa facendo una confusione infernale tra il Presepe a New York di Artese, un maestro assoluto, la politica promozionale dell’APT, Piani di attività, insomma un bordello che se l’articolo è andato nelle mani di un pensionato di Pomarico, o di San Paolo Albanese, al quarto rigo ha chiuso il giornale. Poi ci si chiede perché in Basilicata si legge poco e si comprano pochi giornali. Non mi sono arreso, ho letto l’articolo 87 volte. Alla fine sono riuscito, dopo ore, a capire il problema. E allora il buon Gianni Rosa ha trovato una Delibera della Giunta Regionale in cui si stanziano 347.700,00 euro per il progetto “Acqua e Pace” nella quale si prevede che i quattro Centri per la Creatività regionali ubicati a Matera, Tito, Pisticci e San Paolo Albanese, devono gestire 48.000 lordi a testa per costruire progetti con circa 50 associazioni culturali coinvolte in rete che organizzano eventi con Moni Ovadia e altri artisti di prestigio e laboratori di cucina, di cinema, di musica ecc. In breve i Centri riceverebbero 48.000,00 mila euro per consegnarli ad altre associazioni. In Delibera e in progetto si specifica che c’è anche un mio spettacolo per il quale è prevista la somma complessiva di euro 5.000,00 lorde e devo coinvolgere 4 artisti che arrivano da Roma, uno da Vibo Valenzia, tre musicisti e due tecnici. Ancora una volta, vi assicuro, se il progetto andrà in porto, potremmo rimetterci. In ogni caso nutro forti dubbi che il progetto si faccia dopo il polverone sollevato che produrrà la restituzione dei fondi all’Europa punto e basta. Insomma se dal titolo dell’articolo si può capire che percepirei 627mila euro a titolo personale dalla Delibera e dal Progetto si evince che, all’interno di un programma complessivo, le risorse stanziate per il nostro lavoro non possono essere superiori ai 5mila euro lorde.
Mi sto chiedendo stamattina quale sia il senso del giornalismo e quale sia il senso di chi si oppone in politica. Credo che in entrambi i casi sia necessario l’approfondimento. Leggendo bene la Delibera si capisce che il finanziamento è per i 4 Centri che a loro volta dovranno elargire ad altre associazioni. Da giornalista o da politico avrei voluto approfondire la vita dei 4 Centri. Avrei scoperto che la Regione ha fatto cosa straordinaria a realizzare i Centri, in linea con la politica del Ministero della Cultura, che ha fatto bene a promuovere Gare d’appalto per la loro gestione. Avrei voluto scoprire da giornalista e da politico che il Centro di San Paolo Albanese è stato affidato alla mia compagnia, vincitrice di Gara, ma che alla Gara ha partecipato solo la mia compagnia perché forse quel Centro non interessava a nessuno. Avrei voluto scoprire se dentro i Centri lavorano persone che ci credono e che sono felici. Avrei scoperto che il Governatore Pittella ha costruito la Legge 37/2014 grazie alla quale, per la prima volta in Basilicata, esistono regole precise sullo Spettacolo, avrei scoperto che grazie alla Giunta Pittella se un gruppo di giovani lucani desidera percepire un finanziamento per lo spettacolo, deve mostrare di saper arrivare almeno a 250 giornate lavorative annue. Devi insomma imparare a fare l’imprenditore della cultura e che se sai lavorare la Regione ti avvia, attraverso un progetto legislativo e fiscale, a realizzare i tuoi sogni nella tua terra. Certo questa Legge ora va finanziata bene altrimenti il lavoro legislativo rischia di essere vanificato ma esiste appunto un Piano. Avrei scoperto, da giornalista e da politico, che il Governatore De Filippo ebbe l’idea di realizzare i 4 Centri, in linea con le più avanzate Regioni d’Italia, residenze artistiche che possono aiutare i territori ad avere una maggiore visibilità. Ma attenzione, avrei scoperto da giornalista e politico, che oggi i 4 Centri stanno in difficoltà perché, ad oggi, manca un Piano Strategico Culturale generale che li faccia vivere. E allora, approfitto del Comunicato di Gianni Rosa e dell’articolista de la Nuova, e mi sostituisco ad entrambi, per chiedere alla Giunta Pittella di portare avanti in maniera definitiva e completa la Riforma dei Sistemi culturali già avviata brillantemente, finanziando la Legge 37 in maniera seria e costruendo una Struttura strategica, una cabina di regia unica che protegga e potenzi i 4 Centri per la creatività regionali che altrimenti rischiano di diventare cattedrali nel deserto.
Approfitto per augurare Buon Natale a Gianni Rosa, all’articolista de La Nuova, all’intero Consiglio regionale, al Governatore Pittella, e a tutti coloro i quali hanno avuto la pazienza di leggere questo lungo articolo. Se a Natale volete fare una cosa particolare vi invito a seguire la Messa in Rito Bizantino a San Paolo Albanese, era il rito di tutta la Basilicata, portato dai monaci di Bisanzio nella nostra terra che si chiamava Lucania e fu ribattezzata Basilicata proprio dai rappresentanti religiosi di Bisanzio che si trasferirono nella nostra cara e amata terra a partire dall’800, una terra che ha bisogno di passione, serietà e gioco per lanciarsi come merita nell’Europa del futuro.

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