“La bocciatura alla Camera dell'emendamento per introdurre le cosiddette macroregioni è solo un primo positivo risultato, ma attenzione perché la battaglia è ancora lunga. Per questo è ancor più valido l’antidoto indicato dall' assemblea provinciale dei dirigenti di Confcommercio Imprese per l'Italia Potenza e sinterizzabile in un maggiore e rinnovato protagonismo dei ceti produttivi con in testa le confederazioni, associazioni, organizzazioni delle piccole e medie imprese”. E’ quanto sostiene il presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia Potenza Fausto De Mare che aggiunge: “siamo convinti che senza il sostegno attivo dell'imprenditoria locale la difesa dell’autonomia regionale e della nostra identità, che è basata sulla specifica ed originale cultura di impresa, solo a livello istituzionale e politico avrà meno possibilità di riuscita. Se infatti per la Regione, come evidenzia il presidente, la vera questione da affrontare riguarda la gestione dei servizi “da fare bene e a minori costi” per le imprese la concertazione sociale deve crescere in qualità indirizzando la spesa regionale-comunitaria verso programmi che diano risposte alla crescita, allo sviluppo e alla nuova occupazione, favorendo il processo di sinergie tra imprenditori. Anche la regionalizzazione delle Camere di Commercio risponde all’esigenza di rafforzare la rete delle imprese lucane per reggere al meglio le sfide della competizione dei mercati e per raccogliere al meglio le opportunità di Expo 2015. Intendiamo dunque proseguire il percorso verso la costituzione dell’Unione Regionale di Confcommercio Basilicata, così come indicato dalla Confederazione nazionale di Confcommercio Imprese per l’Italia, quale passaggio coerente per dare attuazione al progetto di unica Camera di Commercio della Basilicata secondo quanto prevede il processo di riforma degli Enti Camerali”.
De Mare infine sostiene che “come dimostra la partita tuttora aperta relativa all’art.38 del decreto legge Sblocca Italia, nonostante la bocciatura dell'emendamento la voglia di centralismo statale è tutt'altro che attenutata. Gli operatori economici vogliono dire la propria perché l’economia della regione non trarrà alcun beneficio da un’operazione ricondotta al centralismo statale che, secondo lo stesso disegno che anima la proposta delle cosiddette macroregioni, con l’alibi della riorganizzazione delle funzioni attribuite alle autonomie locali sul territorio, di fatto, esautora la Regione e non affronta il problema di un diverso utilizzo delle royalties per favorire la crescita delle pmi di ogni settore. Per Confcommercio infine è essenziale la tutela dell’ambiente, delle ricchezze naturali e dei prodotti enogastronomici d’eccellenza, come la valorizzazione del Parco Val d’Agri, che ha ottenuto la certificazione ambientale europea, per rafforzare il modello di turismo eco-sostenibile e culturale sul quale puntiamo”.
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