Il consigliere di Forza Italia, in riferimento ai cinque progetti relativi all’area materana approvati dalla Giunta il 5 maggio con la delibera di finanziamento sul dissesto idrogeologico, ritiene che occorre: “Liberare altre risorse del Fesr 2007-2013”
“I cinque progetti che riguardano interventi in provincia di Matera contro il dissesto idrogeologico approvati dalla Giunta regionale rappresentano solo una prima parziale azione di difesa del nostro territorio dal rischio frane e smottamenti che continuano a mettere a dura prova comunità locali, agricoltori, piccoli operatori economici”. E’ quanto sostiene il consigliere regionale di Forza Italia, Paolo Castelluccio, il quale ricorda che “i Comuni del Materano interessati sono Pomarico, Tursi, Montescaglioso, Stigliano e Salandra che – aggiunge – hanno pagato e continuano a pagare un prezzo altissimo, si pensi in particolare a Montescaglioso e Pomarico, per i notevoli ritardi accumulati negli anni”.<br /><br />“Il metodo usato dalla Giunta per reperire le risorse finanziarie necessarie, attraverso la riprogrammazione di quelle del Programma Fesr 2007-2013 – sostiene Castelluccio – è la riprova di quanto sosteniamo da tempo: ci sono fondi comunitari che non sono spesi beni, altri che sono addirittura sprecati ed altri ancora che potrebbero essere restituiti. Non si sottovaluti, inoltre – continua Castelluccio – l’allarme del Centro Studi Cgia di Mestre secondo cui complessivamente da qui a fine anno l’Italia dovrà spendere 12 miliardi altrimenti andranno persi. E in questo plafond ci sono alcune centinaia di milioni di euro attestati alla Regione Basilicata. Dunque, per il Governo Renzi e la Giunta Pittella – afferma Castelluccio – è una corsa contro il tempo che potrebbe diventare un’opportunità, come dimostra la delibera dei 18 milioni di euro della Giunta contro il dissesto, per finanziare ulteriori urgenti interventi anche nella Collina Materana e nell’area metapontina quest’ultima esposta a continui pericoli di alluvioni e allagamenti di aziende agricole e di distruzione della viabilità rurale. La difesa del territorio e delle attività agricole che sono sul territorio – conclude – si fa con un piano pluriennale e non certo rincorrendo le situazioni di emergenza”.<br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br />