"Abbiamo profondo rispetto per il lavoro e la professionalità di quanti fanno informazione pubblica ma ci sia consentito un interrogativo: 58 cittadini che protestano fuori dal Palazzo della Regione determinano l’apertura del TG3 Basilicata? Francamente, poiché ho voluto verificare di persona la partecipazione all’iniziativa organizzata oggi da movimenti ambientalisti ai quali si deve grande rispetto, se non altro per la storia e la tradizione di impegno civile, oltre che per incontrare gli stessi cittadini e i consiglieri regionali, sono stato per tutta la mattinata in Regione". Così Giuseppe Potenza, segretario DC-Libertas Basilicata.
"Oltre alla presenza anch’essa di tutto rispetto di sindaci, ho verificato l’adesione alla protesta di poche decine di contestatori. Ciò dovrebbero avere un significato. Per me: i cittadini non sono più disponibili a protestare solo per protestare. Di qui la nostra riflessione. Per riprendere il bandolo della matassa ed evitare il clima da ultras di stadio (i cori ingiuriosi dei Fratelli di Italia a Policoro che continuano a privilegiare gli slogan del tifo calcistico) lo “strappo” Regione-cittadini comunque va affrontato e non nascosto. Il prof. Enzo Allegro ha scritto un libro (“Il totem nero”), altri sociologi e studiosi lo chiamano “effetto Nimby” che sta per not in my back yard, ossia non nel mio giardino. So bene – ha aggiunto – che in più occasioni Pittella si è interrogato sui motivi del malessere diffuso tra settori trasversali, sul piano sociale, culturale, civile e politico, nei confronti del petrolio. Io penso che non è sufficiente tirare in ballo i sociologi e i contestatori di professione che soffiano sul fuoco. Ci vuole di più a cominciare dalla comunicazione ed informazione istituzionali prodotte che, evidentemente, non arrivano ai cittadini e per finire agli strumenti (ancora poco efficaci) di dialogo e confronto messi in campo. Perché altrimenti la sottovalutazione ulteriore finisce per acuire quel distacco ieri ancora più palpabile. E’ anche vero che la “controinformazione” vale a dire amplificare le proteste non giva. Mi rendo conto che è sempre più difficile separare fatti, situazioni, problematiche reali da allarmismi e pregiudizi che circolano e non solo da noi intorno all’estrazione e alla produzione del greggio. Altro tema è l’informazione, non sempre corretta, che passa da Internet, mezzo che a volte alimenta e ingrandisce i timori delle persone. Purtroppo anche un’informazione errata, una volta fatta circolare in rete, ha una portata molto più ampia rispetto al passato. Come quella del servizio pubblico radiotelevisivo. La mancanza di informazione, inoltre, porta ad una errata visione del problema ambientale, problema che, nella maggior parte dei casi è alla base delle contestazioni. Ma la politica e la Regione devono sforzarsi di non perdere la “bussola” , di conservare lucidità di analisi per discernere le problematiche reali da populismo e demagogia ed individuare interlocutori (Governo Renzi primo fra tutti), strumenti e tempi di contrasto a scelte calate dall’alto costruendo il massimo di alleanze (non solo con Puglia e Calabria). Per i cattolici impegnati in politica – ha rimarcato – forse è più semplice perché il totem è abiurato dalla fede cristiana ma c’è da compiere uno sforzo in più nel fare da anello di congiunzione tra sacrosante esigenze, domande e richieste di garanzia per la salute e l’ambiente che provengono dai cittadini e il Palazzo Regionale che, nonostante il diffuso uso dei social e i frequenti incontri presidenziali itineranti sul territorio e con i giovani, fatica non poco a sintonizzarsi con i cittadini. E’ il linguaggio che va adeguato per non correre il rischio di apparire o “amici” o “nemici” dei petrolieri. Questo significa non solo non negare le problematiche ma fare in modo che il Tavolo della trasparenza sul petrolio introdotto con la Legge di Stabilità Regionale sia uno strumento efficace e quindi non si limiti alla formalità. I segnali che i cittadini si attendono dal Palazzo Regionale oltre al metodo del confronto sono di merito per dare prime risposte alle tante domande e quindi attraverso atteggiamenti di maggiore rispetto da parte di Eni e compagnie per le nostre comunità. In una parola – ha detto ancora – si attendono che il greggio non faccia camminare solo le automobili e l’economia mondiale ma anche dia lavoro e cibo che l’Istat continua a segnalare scarseggiano anche nel “Texas lucano”. Noi una strada l’abbiamo indicata da tempo e dopo ieri ci sembra ancora più attuale: un nuovo patto civile per intercettare il profondo e crescente malessere sociale. Ed in questo quadro generale, i cattolici, spronati dai Vescovi Lucani come dai messaggi continui di Papa Francesco hanno il diritto e il dovere di recuperare il ruolo politico che spetta loro per formulare un nuovo progetto sociale, che tenuto conto delle difficoltà del momento e dei cambiamenti in atto nello scenario nazionale e regionale sappia rispondere alle esigenze di libertà, di giustizia e di verità che il nostro popolo avverte sempre con maggior forza. Noi continuiamo a confidare nell’impegno del Presidente Pittella al dialogo cattolici-moderati e sinistra-riformista che deve portare prioritariamente al superamento del senso di smarrimento e ridare fiducia nel futuro specie delle giovani generazioni".
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