"L'avviso pubblico del 21 settembre corrente per la vendita del Don Uva di Potenza dev'essere sospeso immediatamente ed aperto un tavolo urgente di confronto in Regione, come si sta facendo in queste ore in Puglia, per valutare l'opportunità di acquisire direttamente da parte della Regione o dello Stato, le strutture di Bisceglie e Foggia. Noi chiediamo che si faccia la stessa cosa qui in Basilicata, per quanto attiene il Centro di Riabilitazione Don Uva di Potenza".
Lo dichiarano Giovanni Sarli e Pasquale Locantore, segretario interregionale e regionale della Cisl Funzione pubblica.
"In Puglia i sindaci di Foggia e Bisceglie, nonché i consiglieri regionali e comunali di quei territori – aggiungono Sarli e Locantore – sono scesi in campo con forza e determinazione per chiedere l'intervento diretto del governatore Michele Emiliano, allo scopo di garantire i livelli occupazionali ed assistenziali reclamando, a tale scopo, l'acquisizione, e quindi l'inserimento diretto nel sistema sanitario ed assistenziale della Puglia, delle due strutture di Bisceglie e Foggia, evitando, in tal modo, che imprenditori privati possano, animati come sono dalla sola volontà di fare profitti, subentrare nella gestione di presidi sanitari ed assistenziali di grande importanza dal punto di vista sociale ed economico.
Facciamo appello affinchè anche i i vertici istituzionali e politici della Regione Basilicata, con il governatore Pittella in testa – continuano Sarli e Locantore – rivolgano nuovamente l'attenzione nei confronti del Centro di Riabilitazione Don Uva di Potenza, con il coinvolgimento quindi degli stessi parlamentari lucani, per chiedere eventualmente che il governo nazionale scenda in campo, visto che lo Stato è il maggiore creditore, per centinaia di milioni di euro, nei confronti della Casa Divina Provvidenza.
Si chiede, pertanto, l'immediata sospensione dell'Avviso Pubblico di vendita, fatto pubblicare
dal commissario straordinario il 21 settembre corrente – ribadiscono Sarli e Locantore – e si verifichi la possibilità concreta, come si sta facendo in Puglia, di far acquisire dall'Azienda Sanitaria le strutture sanitarie pugliesi. Non vorremmo che in Basilicata, dopo tante promesse di intervento pubblico, e dopo avere approvato una legge regionale nel 2012, la struttura Don Uva di Potenza finisca in mano a speculatori privati che sono in agguato. Per scongiurare tale pericolo reale a danno dei dei lavoratori e dei pazienti, si deve tenere un incontro immediato in Regione chiamando tutti a raccolta attorno ad un tavolo di confronto".
"La Csi Funzione Pubblica – concludono Sarli e Locantore – si fa carico della grande preoccupazione tra i lavoratori, che già dai prossimi giorni potrebbe sfociare in manifestazioni di protesta se non si pone fine all'immobilismo di questi ultimi due anni da parte dei vertici istituzionali e politici della Regione Basilicata, compreso il Comune di Potenza".
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