Il consigliere regionale dell’Udc: “Non si può negare che all’impoverimento della scuola come struttura si accompagni anche il tentativo di impoverirne e condizionarne la sua vera essenza di luogo di crescita culturale e di esercizio critico”
“Mentre in tutto il Paese il dibattito sulla riforma della scuola diventa sempre più infuocato e surriscalda gli animi, il Consiglio regionale, nell’ultima seduta, approvava il Piano per il diritto allo studio relativo all’anno scolastico 2014-2015”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale dell’Udc, Francesco Mollica, che continua:“L’esagerata enfasi manifestata da alcuni colleghi per l’approvazione del provvedimento non si giustifica rispetto alla natura stessa dell’atto che, nei fatti, si è tradotto nell’ assegnazione di un contributo specifico, alle scuole paritarie per il loro funzionamento e per il servizio mensa, oltre alla canonica ripartizione delle risorse a cui partecipano insieme alle scuole statali per il servizio trasporto”.<br /><br />“Pur concordando – sottolinea Mollica – sul concetto che una pluralità di offerte formative, statali e non, arricchiscono il patrimonio culturale ed educativo in linea con le finalità della Legge n. 62 del 2000, non posso non considerare che un’analisi serena di come si stia evolvendo questa parità, ci costringe ad ammettere che andrebbe approfondita con un serio e sereno confronto. Confronto che avrei fortemente auspicato quando si è disquisito sul Piano di dimensionamento scolastico e che, invece, com’è noto, è stato soffocato. Relativamente alla questione finanziaria – prosegue Mollica – mi sarebbe parso più illuminante informare correttamente le famiglie, fruitrici del beneficio e far comprendere loro che la decisione assunta comporterà, necessariamente, un aumento dell’esborso pro-capite per il buono-mensa e non come asserito dalla maggioranza consiliare una ‘invariaranza’ della spesa. Voler garantire il funzionamento delle scuole paritarie, negando le conseguenti ricadute negative per le pubbliche, indipendentemente dal ritenerlo equo o meno, ha più il sentore di una ‘captatio benevolentia’ che di un’analitica e ponderata decisione sul settore istruzione regionale. La verità è questa e si scontra con il depauperamento sistematico delle scuole pubbliche, in ogni suo aspetto: dall’insegnamento alla sicurezza degli edifici scolastici, tutto a danno degli alunni più deboli socialmente e culturalmente”.<br /><br />“Non si può negare – sostiene Mollica – che all’impoverimento della scuola come struttura si accompagni anche il tentativo di impoverirne e condizionarne la sua vera essenza di luogo di crescita culturale e di esercizio critico. Allora – aggiunge il consigliere – al di là delle disquisizioni sul dualismo scuola pubblica o privata, che non mi appassionano, sarebbe opportuno , se veramente crediamo ancora al fondamentale ruolo della scuola nella nostra società, per dirla con il Calamandrei: ‘nella sua capacità di trasformare i sudditi in cittadini’, dobbiamo necessariamente sviluppare un dibattito serio e soprattutto destinare maggiori risorse per i servizi, non frazionando quelle già esigue previste e, soprattutto, programmare per tempo e non come successo adesso ad anno scolastico terminato. Solo in questo modo – conclude Mollica – potremo dimostrare di puntare veramente su quel principio di equità del diritto allo studio ed attuare quella libertà di scelta che tanto ha appassionato, in questo caso impropriamente, il dibattito consiliare”.<br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br />