Parco Vulture, Ola: salvaguardare ambiente e beni comuni

"Dopo un decennio dall’ultima proposta istitutiva del parco regionale del Vulture, la Regione Basilicata ha attivato le Conferenze dei Servizi, propedeutiche all’approvazione della legge regionale. Dalle prime battute – secondo la Ola – si profilerebbe un “parco – papocchio”, cioè con una perimetrazione ostaggio degli interessi dei partiti locali, degli interessi economici e commerciali ed oggetto di contese venatorie pilotate, dietro cui si celano nuovi e vecchi interessi economici, riconducibili agli estrattori, al business dei rifiuti (inceneritori, centri di produzione del CSS, cementifici e discariche) ed a quello delle multinazionali delle acque minerali e dello sfruttamento petrolifero ed energetico".
La Ola ricorda ai sindaci e agli amministratori locali che "nell’area insistono le istanze di ricerca petrolifere Palazzo San Gervasio, La Bicocca, Frusci e San Fele, mentre numerosi sono i mega progetti industriali eolici e solari con finalità speculative. Chi ostacola oggi l’istituzione del parco – secondo la Ola – dovrà assumersi la responsabilità di non aver saputo o voluto opporsi a questi interessi.
Stiamo assistendo, infatti, ad una gestione dell’iter istitutivo “pasticciato e poco credibile”, soprattutto in sede burocratica, con la proposta di confini del parco a “fisarmonica” che rischiano di rinsaldare tra loro vecchie e nuove opposizioni al parco regionale con tatticismi ed opposizioni al perimetro del parco, così come testimoniano quelle dei Comuni di Rionero in Vulture e Venosa".
La Ola chiede in proposito all’Assessore regionale all’ambiente, Aldo Berlinguer, "di valutare una proposta di  perimetrazione del parco regionale che in questa fase includa il demanio forestale regionale, le riserve naturali regionali (Lago Piccolo e Lago Grande di Monticchio), le aree della Rete Natura 2000 del Vulture – Alto Bradano, le aree identificate con leggi regionali dal Piano Paesaggistico di Monticchio e quelle centrali del bacino idro-minerario del Vulture, chiedendo ai Comuni di assumere responsabilità "se e come" ampliarne i confini senza “alibi”, compatibilmente con i valori naturalistici omogenei dell’area protetta proposta dalla Regione, tutt’uno con il nucleo centrale del parco".
Per la Ola "il parco regionale del Vulture non può essere “congelato”  per un altro decennio a causa dei veti imposti dai provati, confinando nuovamente un territorio di eccellenza, ricco di valori ambientali, naturalistici, paesaggistici, archeologici ed agricoli di qualità a recitare un ruolo subalterno e funzionale al profitto della speculazione del cemento, dei rifiuti e per lo sfruttamento energetico e petrolifero, mentre la gran parte dei cittadini e degli imprenditori dell’area del Vulture – Alto Bradano chiedono alle istituzioni locali e regionali di salvaguardare l’ambiente ed i beni comuni, fattori questi fondamentali per lo sviluppo e la conservazione della qualità della vita".

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