“La situazione in cui versa il Pd lucano, specie dopo i risultati elettorali a Matera, non può che preoccupare chiunque, anche se da diversa collocazione politica, ha a cuore le sorti della democrazia, della stabilità del quadro politico e del buongoverno regionale”. E’ il commento di Giuseppe Potenza, segretario regionale della DC-Libertas per il quale “adesso gli occhi più che sul segretario del Pd Luongo, che ha avuto l’onestà morale di riconoscere la sconfitta chiamando in causa tutto il gruppo dirigente del partito, sono puntati sul Presidente Pittella che pure, inascoltato, alla vigilia delle elezioni di Matera aveva messo in guardia su quanto sarebbe potuto accadere a causa di un Pd lacerato e di un centrosinistra diviso. Spetta adesso a Pittella, tenuto conto che Luongo è ostaggio di capicorrente, rimettere insieme i cocci, sanare le fratture, rilanciare l’entusiasmo, rinnovare le motivazioni prima di tutte etiche e civili, nel suo partito e nella coalizione perché il governo regionale non può permettersi battute d’arresto e la nostra gente non può permettersi il “lusso” di ulteriori rinvii di soluzioni ad emergenze innanzitutto sociali. A parte il riconoscimento e il rispetto per il voto dei materani, credo – aggiunge – ci sia poco da esultare di fronte ad un Pd che resta il partito centrale della politica lucana e nazionale ed è risultato fortemente indebolito non tanto dal voto quanto dai suoi stessi dirigenti-capi corrente. Pertanto il richiamo alla riflessione, al confronto senza formalismi che è venuto da Pittella, all’individuazione di responsabilità personali e di gruppo – dice Potenza – deve tradursi in una rinnovata volontà di porsi al servizio delle comunità come gli elettori materani hanno chiesto e come sta interpretando il nuovo sindaco De Ruggieri rifuggendo da vendette e volontà di isolare chi ha perso . Anche dall’esterno al Pd i cattolici impegnati in politica che non condividono completamente la strategia e linea politica del partito di Luongo e Renzi possono dare un contributo per il superamento dell’impasse in cui si trova il Pd facendo prevalere i valori e i bisogni dei credenti, delle famiglie, dei ceti sociali più deboli. Sarebbe facile cancellare tutto con un colpo di spugna, attraverso un nuovo segretario regionale. Più difficile ma necessario è invece aprirsi all’esterno, al comune sentire dei cattolici individuando forme e strumenti innovativi di rappresentanza sociale e civile, partendo dall’autocritica su cosa non è stato fatto per interpretare le domande venute dal mondo cattolico e quali antenne orientare sui territori”.
BAS 05