“Ben vengano il comitato tecnico ristretto e la banca dati sull’occupazione nel comprensorio petrolifero della Val d’Agri purché diventino strumenti permanenti ed efficaci di governo dei problemi del lavoro diretto e indotto all’attività Eni e soprattutto se serviranno, da subito, a rasserenare gli animi dei 70 operai della “Rina Service”, come di quelli dell’Elettra, Sudelettra e Ram Meccanica, tutti preoccupati per il proprio futuro. Francamente, almeno per la banca dati, è da tempo che ripetiamo la necessità di affidare un ruolo strategico ai Centri per l’Impiego (capofila la sede di Villa d’Agri) che pure dovrebbero già disporre di una banca dati con le iscrizioni della manodopera divisa per qualifiche professionali e che, non è un mistero, nel corso degli anni sono stati bypassati dalle Agenzie Interinali”.
E’ il commento dell’Associazione Bene Comune Viggiano sulle conclusioni del tavolo della trasparenza sul petrolio che si è tenuto ieri Regione.
“Non è certamente una bella immagine quella che si dà attraverso le notizie pubblicate oggi dai giornali e diffuse dai media – afferma il presidente dell’Associazione Vittorio Prinzi – circa la “non rispondenza” dei numeri degli occupati forniti da Eni e i livelli di occupazione reale. In particolare, sono proprio i sindacati a mettere in discussione l’informativa dei rappresentanti Eni secondo la quale in ogni impianto di perforazione sarebbero utilizzati 60 lavoratori per cantiere, e considerando tutto l'indotto, i servizi logistici e di trasporto le unità lavorative generate arriverebbero ad un centinaio di unità. L’occupazione complessiva , sempre secondo i dati Eni, nel 2014, ammonterebbe a 3.530 persone, il 54 per cento delle quali risiede in Basilicata, a conferma dell’arrivo a Viggiano in occasione dei lavori della quinta linea di diverse centinaia di lavoratori da altre regioni. Dunque la prima operazione di trasparenza – continua Prinzi – è sui numeri degli occupati e contestualmente, ci sia consentito di ribadirlo, sui barili estratti, perché anche in questo maggiore e più rigoroso controllo non guasterebbe. E se è lo stesso Presidente Pittella a “correre ai ripari” con le proposte del comitato e della banca dati vuol dire che c’è piena consapevolezza di queste problematiche per le quali una delle migliori opportunità è rappresentata dall’utilizzo del tesoretto derivante dal “Fondo 3% delle royalties” che sinora ha alimentato la card carburanti. La quota dell’80% riservata a politiche attive del lavoro oltre che all’obiettivo dell’efficientamento energetico e a concretizzare la misura del reddito minimo, è una buona strada da perseguire il più rapidamente possibile”.
bas 02