Nota a firma del Presedente Forum Giovani Basilicata, Carmine Lombardi e del responsabile Commissione Garanzia Giovani del Forum, Emanuele Cavallo
Ad un anno dalla partenza a livello italiano di Garanzia Giovani, l’analisi del progetto non può più partire ed essere riferita ad un semplice numero. Sempre più la misura, prima ancora che tra gli esperti e l’opinione pubblica, è vista dai veri protagonisti, i giovani, come l’ennesimo fallimento delle politiche del lavoro in Italia.
Il raggiungimento del numero di mezzo milioni di iscritti al programma di pochi giorni fa, il fatto che così tanti nostri coetanei abbiamo consegnato a questo programma i sogni del proprio destino lavorativo, si concretizza nel fatto che solo la metà di loro sinora, sia riuscita a trovare l’interlocuzione della struttura di coordinamento del programma, solo la metà di loro è riuscita a compiere il primo passo di questo lungo percorso di inserimento lavorativo, il colloquio.
La situazione in Basilicata, dagli ultimi dati resi pubblici, ci consegna una adesione al progetto di circa 13.860 ragazzi, una percentuale di adesione del bacino target potenziale sicuramente superiore alla media nazionale, ma che non può lasciare soddisfatti se il metodo di informazione è stato insufficiente e lasciato al passa parola o all’informazione passiva.
Al netto delle rinunce alla misura prima della presa in carico (fenomeno che in Italia con la voce “adesioni cancellate” risulta già pari a 112.509 persone) in Basilicata gli iscritti effettivi risultano 12.879 di cui solo 6.827 sono stati presi in carico dai centri per l’impiego. Ma la mancanza di una efficace struttura di coordinamento per la prima fase non si rivela l’unica criticità del programma, né quella che toglie più speranze sul progetto da parte dei nostri coetanei.
Nell’ambito dell’attuazione del programma, un’analisi dei tirocini formativi, la misura su cui la nostra Regione ha investito maggiormente il budget a disposizione, troviamo 3280 manifestazioni di interesse da parte di 1292 aziende, che portano ad un totale di 3546 posti disponibili, che riuscirebbero potenzialmente a soddisfare, se concretizzate, le aspettative lavorative di solo un ragazzo lucano sui quattro che avevano cercato in Garanzia Giovani un risposta.
L’assenza di attuazione degli altri percorsi potenzialmente disponibili con il programma, che non vedono concretizzarsi nemmeno i bandi accessori necessari, scagionano da alcune colpe il tessuto imprenditoriale lucano nella mancata risposta positiva al programma: se la situazione, che viene fuori da questi dati, è di una saturazione delle possibilità lavorative attuali, perché non mettere nelle mani dello stesso giovane la “propria fortuna”, scegliendo il percorso dell’autoimpiego, o permettendo al giovane il proseguo della sua formazione all’estero, creando al contempo tutti i presupposti per il suo ritorno?
La creazione di un tavolo del partenariato aveva creato in noi tutti i presupposti per un confronto diretto, nella speranza che un’interlocuzione con i giovani, i destinatari veri del programma, potesse permettere di riconoscere più efficacemente le criticità nel percorso di attuazione, e rendesse più facili le eventuali correzioni da apportare nel corso del tempo: la nostra mancata convocazione al confronto però e la contestuale assenza di un tavolo di monitoraggio, che avevamo richiesto a più riprese, e che avrebbe fornito anche una reale percezione della misura e del suo stato di avanzamento, pongono l’uso della stampa l’unico mezzo di interlocuzione nel tentativo di riportare al centro del dibattito il lavoro giovanile, il lavoro dei figli.
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