Valutare lo stato ecologico e i patogeni emergenti negli ecosistemi acquatici dell’invaso del Pertusillo. È quanto prevede un accordo di collaborazione stipulato tra l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente di Basilicata (Arpab) e l’Istituto Superiore di Sanità.
“Si tratta – è scritto in una nota dell’Arpab – di un’azione di fondamentale importanza che integra e completa le attività finalizzate al monitoraggio degli ecosistemi e del biomonitoraggio con attività innovative di ricerca nel settore delle acque destinate alla potabilizzazione. L’accordo di collaborazione e la convenzione che lo esplicita in tutti i i suoi dettagli sono finalizzati allo studio delle componenti biologiche presenti nei corpi idrici superficiali ed in particolare alla ricerca delle diatomee (alghe unicellulari) e delle macrofite acquatiche (le specie vegetali macroscopiche che vivono nell’ambiente acquatico e in prossimità di esso), al fine di esprimere un giudizio di qualità ambientale incrociando lo “stato chimico” con il “sistema vivente”.
Secondo l’Arpab “lo stato di qualità dei corpi idrici è funzione della loro capacità di mantenere e supportare comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate, il più possibile vicine alla condizione naturale in cui non appaiono significative modificazioni dell’ecosistema prodotte dall’attività umana”. “Lo stato di salute dell’invaso del Pertusillo – si legge ancora nel comunicato – verrà indagato anche utilizzando metodologie innovative applicate per la prima volta in Basilicata. Metodologie capaci di riconoscere e determinare, attraverso tecniche di microbiologia, i patogeni potenziali. I risultati di tale sperimentazione saranno successivamente esportati sugli altri corpi idrici lucani e pubblicati su riviste scientifiche di settore. Le attività di ricerca e messa a punto del sistema di indagine sono svolte dal Centro Ricerche di Metaponto-Arpab in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità”.
I prelievi e le prime indagini in situ sono state condotte dal team dei ricercatori, Iss e Arpab, che nel mese di giugno si è recato sull’invaso. Il lavoro proseguirà nei laboratori e già a fine luglio sarà fatto il punto della situazione. Conoscere l’ecosistema acquatico in tutta la sua complessità significa poter pianificare misure ed interventi di risanamento.
“Noi stessi – conclude l’Arpab – facciamo parte della biodiversità: preservarla significa salvare il nostro mondo e quindi la vita, in ogni sua forma”.