Dichiarazione di Antonio Nisi, presidente Cia-Confederazione Italia Agricoltori Basilicata:
"Nel riconoscimento a Matera c’è tutto l’orgoglio del mondo contadino lucano che ha saputo conservare le proprie case nei Sassi e, da sempre, è legato al patrimonio artistico-monumentale patrimonio dell’Unesco, sino a superare il retorico e vecchio clichè di mondo contadino simbolo di arretratezza. Ci sia consentito un pizzico di orgoglio in più come Cia-Confederazione Italiana Agricoltori che a Matera nel settembre 2010 abbiamo voluto la nostra Quinta Festa Nazionale dell’Agricoltura facendola diventare – per quattro giorni – la “capitale dell’agricoltura europea”. Un’intuizione dell’intero gruppo dirigente lucano (in particolare Donato Distefano) e nazionale (il compianto presidente Giuseppe Politi che ha fortemente sostenuto Matera) perché – scrivemmo – nei nostri deplians distribuiti agli oltre 100mila visitatori “Matera è città patrimonio dell’umanità, da millenni crocevia di culture e tradizioni diverse. Una città accogliente ed ospitale dal fascino irresistibile”. Ed è il caso di ricordare che scegliemmo “il Carro-vascello” come immagine Festa, per rifarci alla tradizione materana della Festa della Bruna, racchiudendo tutti i simboli della ricca e variegata produzione agricola dei paesi che sul Mediterraneo affacciano, proponendosi come il gioioso e propiziatorio emblema di un importante evento. La festa delle tre “M” – secondo uno fortunato slogan coniato all’epoca da Distefano- Matera, Mezzogiorno e Mediterraneo. Un evento che ha lasciato traccia nella “Carta di Matera”, una sorta di “mosaico” di proposte e strategie, sottoscritta da Presidenti di Regione, Province, sindaci di Comuni di tutt’Italia, che si scompone in tante “tessere”, tra le quali il ricambio generazionale delle aziende agricole (specie al Sud), il sistema alimentare con il rafforzamento di qualità e controlli, la “candidatura” degli agricoltori a diventare produttori di energia da fonti rinnovabili, il modello di sviluppo delle aree rurali per una nuova politica di coesione, competitività e sviluppo, il rafforzamento dell’imprenditoria femminile, il ruolo dei pensionati-agricoltori per la difesa dello stato sociale e adeguati servizi nelle aree rurali, la nuova Pac. Della “Carta di Matera” si discute ancora: nei giorni scorsi sempre su nostra iniziativa a Milano per parlare di Expo. Al centro abbiamo posto la distintività della produzione agroalimentare italiana che ha pochi eguali nel mondo. La Dieta Mediterranea è stata dichiarata patrimonio dell’Unesco, proprio come i Sassi. Sono note le qualità, le tipicità ed i valori con i quali i prodotti agroalimentari italiani si presentano ai consumatori, al punto che il mercato dei prodotti simili e delle contraffazioni del “made in italy” agroalimentare è divenuto un affare di oltre 60 miliardi di euro l’anno. Occorre salvaguardare e conservare questa tradizione, organizzarla con adeguate forme di tutela e farne strumento di sviluppo economico per imprese e comunità locali. In particolare è importante il legame fra territorio, consuetudini alimentari e tradizioni enogastronomiche: tutto ciò offre identità e sviluppo alle comunità locali. Sono necessarie iniziative di promozione della vendita diretta dei prodotti dell’azienda agricola, promozione delle “strade enogastronomiche” collegate ai prodotti tipici ed ai vini di qualità, valorizzazione turistica attraverso le tipicità agroalimentari, i Musei del cibo e della tradizione contadina, una ristorazione che si richiama alle ricette e prodotti locali, anche nelle mense pubbliche, l’ospitalità turistica alberghiera che valorizza le tradizioni alimentari. Per questo, per la Cia lucana l’impegno successivo a Capitale Europea della Cultura 2019 è quello di Capitale della Dieta Mediterranea".
BAS 05